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Sanità, Cuffaro intercettato: “Rinuncio ad Agrigento se no il Civico non me lo danno”

"Sarò costretto a rinunciare ad Agrigento se no il Civico non me lo danno, ma vabbeh, troviamo una soluzione"

Pubblicato 2 ore fa

“Noi Abbiamo Palermo, Enna e Siracusa”. Cosi’ Salvatore Cuffaro, nel febbraio 2024, con un interlocutore della Nuova Dc della provincia di Messina con cui si discuteva del rafforzamento del partito nella provincia peloritana. Il riferimento dell’ex presidente e’ al peso del partito nelle tre aziende sanitarie provinciali. Alla richiesta di parlare con un soggetto al tempo direttore dell’Asp, Cuffaro precisava che “fosse amico”, ma che comunque non lo aveva nominato lui.

Si legge nella richiesta formulata dalla procura di Palermo al gip per gli arresti domiciliari per l’ex governatore e altri 17 indagati accusati di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. In effetti – annotano i magistrati – “dal 1 febbraio 2024, Roberto Colletti, Mario Carmelo Zappia e Alessandro Maria Caltagirone… soggetti da considerare fedelissimi di Cuffaro, venivano nominati commissari straordinari rispettivamente, del “Villa Sofia-Cervello” di Palermo, dell’Asp di Enna e di quella di Siracusa, con il contributo determinante dell’indagato che agiva in tutte le sedi, istituzionali e non, per conseguire questo risultato”. Tutto inizia ad agosto 2023 dopo la pubblicazione della graduatoria dei 49 soggetti idonei all’incarico di Direttori generali nella sanita’ pubblica della Regione Sicilia.

“L’iperattivismo – sostengono i pm – registrato da Cuffaro, Pace e dalle fila dei soggetti a loro vicini, anche e soprattutto politicamente, si collocava in un contesto di febbrile intermediazione fra la politica e il mondo della dirigenza sanitaria, finalizzata a collocare ai vertici delle asp questo o quel dirigente, ciascuno sponsorizzato da una fazione politica piuttosto che da un’altra. Fidelizzare un dirigente, sponsorizzandone e propiziandone la nomina, come intuibile, voleva dire, a cascata, acquisire credito per incidere sulla nomina dei direttori amministrativo e sanitario e, conseguenzialmente, per ingerirsi nella gestione amministrativa della struttura sanitaria”. 

“Alle fine – diceva ancora Cuffaro in un’altra intercettazione – saro’ costretto a rinunciare ad Agrigento se no il Civico non me lo danno, ma vabbeh, troviamo una soluzione. Tu non ne sai niente. Ho detto – se voi fate la cosa sulla Faraoni, io non voglio rotti i cogl… – ho detto – con franchezza, io voglio confermato Colletti – ah, ma se al Civico, no -, gli ho detto… – Marce’, non mi scassare la minchia sul Civico perche’ se no faccio saltare il banco, per essere chiaro, va. Perche’ adesso state esagerando”. Nel gennaio 2024 alla Regione siciliana si e’ in prossimita’ del termine di scadenza del rinnovo delle nomine di commissario straordinario delle aziende sanitarie provinciali e delle aziende ospedaliere.

E cosi’ si esprimeva Salvatore Cuffaro, indagato dalla procura di Palermo per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione, il 22 gennaio 2024, parlando con Roberto Colletti (anche lui indagato), all’epoca al vertice dell’ospedale Civico e poi nominato commissario straordinario, invece, al Villa Sofia-Cervello. C’era fibrillazione tra i due indagati in vista delle nomine e Cuffaro, parlando con Colletti, il 10 gennaio diceva: “Prima vedo Schifani e poi vedo te …vediamo che aria tira”, mentre il 16 gennaio diceva: “Atanno cominciando le danze”. Emblema di questa fibrillazione e’ la conversazione del 22 gennaio, appunto, quando infine comunicava a Colletti di essere riuscito ad “aprire uno spiraglio importante”, anche a costo di talune rese, ma ribadendo di aver manifestato anche ai suoi interlocutori istituzionali di non volere rinunciare alla nomina di Colletti”.

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