Politica

Rifiuti a Porto Empedocle, Di Francesco: “piano industriale pieno di ombre”

Il consigliere comunale domani in assemblea chiederà il rinvio dell'esame del piano

Pubblicato 40 minuti fa

Il Consigliere comunale di Porto Empedocle e componente dell’Assemblea dell’Unione dei Comuni “Vigata – Scala dei Turchi”, Avv. Gerlando Di Francesco, ha trasmesso in data odierna al Presidente dell’Unione una articolata nota di osservazioni in vista della seduta convocata per domani, 10 dicembre 2025, chiamata ad approvare il nuovo piano industriale e il PEFA per il servizio rifiuti dell’ARO Porto Empedocle–Realmonte.

“Non siamo davanti a un atto tecnico di routine – dichiara Di Francesco – ma a una scelta che vincolerà i nostri Comuni per anni, con effetti diretti sulle tasche di famiglie e imprese”. Secondo Di Francesco, le ombre riguardano innanzitutto la stessa competenza dell’Unione in materia di gestione dei rifiuti: “Lo statuto parla di “tutela ambientale”, ma non cita in modo chiaro il servizio di igiene urbana e la gestione integrata dei rifiuti. Prima di impegnare i Comuni su un piano industriale pluriennale e multimilionario – afferma – è necessario chiarire con atti formali qual è il perimetro delle funzioni effettivamente conferite all’Unione e come questo si coordini con il ruolo della SRR. Diversamente si delibera su un terreno giuridico poco solido, e ciascuno se ne assume la responsabilità”.

Sul piano economico–finanziario, Di Francesco contesta l’eccessivo ricorso ai costi “a misura”, l’espansione del personale e la durata troppo lunga dell’affidamento: “Il piano apre spazi ampi di spesa variabile, prevede un organico molto pesante e un orizzonte temporale che va ben oltre il quinquennio. In un contesto in cui si registrano già accantonamenti importanti per crediti non riscossi, questa impostazione è tutto tranne che prudente. Si sarebbe potuto – e dovuto – trasformare molti costi a misura in corrispettivi fissi, ridimensionare alcune voci di personale e limitare la durata del contratto a cinque anni, prevedendo una verifica a metà percorso”.

Un passaggio centrale delle osservazioni riguarda inoltre la struttura della tariffa e il rischio di riscossione. “Il piano – spiega Di Francesco – introduce mastelli e carrellati con RFID, tracciabilità dei conferimenti, pesatura e banche dati informatizzate: è, di fatto, un impianto già predisposto per la tariffa puntuale. Eppure si rimane nello schema tradizionale della TARI–tributo, incassata dal Comune, con tutto il rischio di inesigibilità sulle spalle dei bilanci comunali. In pratica si chiede ai cittadini di pagare un sistema tariffa puntuale senza alcun impegno, nemmeno programmatico, a usarlo per rendere il prelievo più equo e condividere il rischio con il gestore. È un’occasione mancata che, domani, non potrà essere derubricata a dettaglio”.

Non mancano, infine, rilievi tecnico–contrattuali: dalla combinazione fra clausola sociale rigida, organico elevato e penali molto pesanti, che cristallizza l’attuale assetto del personale rendendo impossibili futuri efficientamenti, fino a un sistema di sanzioni così esteso da rischiare di alimentare un contenzioso permanente con il gestore.

“Domani in Assemblea – conclude Di Francesco – chiederò formalmente di rinviare l’esame del piano, dando mandato agli uffici di chiarire i nodi sulla competenza dell’Unione, di elaborare scenari alternativi sui costi, sull’organico, sulla durata del contratto e di aprire finalmente una discussione seria sulla tariffazione puntuale e sulla distribuzione del rischio di riscossione. Procedere lo stesso, facendo finta di non vedere queste criticità, vorrebbe dire assumere una decisione gravata da troppe ombre, che potrebbero ricadere a lungo sui nostri bilanci e sulla TARI pagata dai cittadini”.

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