Agrigento

Aica, la Consulta scrive al Prefetto: “Politica appare inadeguata”

A scriverlo, in una lettera indirizzata al Prefetto di Agrigento, è il presidente della Consulta Aica Alvise Gangarossa.

Pubblicato 1 anno fa

“La percezione dei cittadini utenti riguardo alla qualità del servizio erogato da AICA è ai minimi storici e non occorrono particolari doti divinatorie per rendersene conto.” A scriverlo, in una lettera indirizzata al Prefetto di Agrigento, è il presidente della Consulta Aica Alvise Gangarossa. 

La Consulta prosegue nella missiva: “Gli ultimi episodi a far infuriare l’utenza riguardano i disservizi nel recapito delle bollette idriche, l’ulteriore riduzione della fornitura idrica stabilita da Siciliacque a causa della diminuzione di acqua negli invasi e la continua e persistente carenza di riparazioni efficaci delle perdite idriche, sempre più frequenti. La sensazione è che AICA sia sull’orlo di una crisi di nervi, mal governata e incapace di attuare il proprio interesse, come l’applicazione di una bollettazione precisa e puntuale, la limitazione delle perdite idriche o il reperimento di nuove risorse. Come Consulta abbiamo segnalato a codesta Prefettura i rischi che il futuro prossimo presenta se questo pericoloso effetto domino di disservizi, innescato dalla crisi dell’azienda, non dovesse con urgenza essere affrontato con responsabilità e competenza per poterne invertire la rotta. Lo affermiamo ormai da mesi. Continuando di questo passo l’azienda pubblica fiore all’occhiello, costituita appena due anni fa, assumere su di se l’onta di un fallimento epocale che coinvolgerà la politica regionale e locale a cascata e travolgerà i sindaci e tutti i cittadini con annessa privatizzazione del servizio. 

La lettera prosegue: “Rispetto a questa allarmante prospettiva, l’incontro dei giorni scorsi tra i Sindaci e l’assessore Di Mauro è apparso inadeguato a fronteggiare la reale situazione di crisi e insufficiente per la debolezza delle misure correttive discusse. Di fronte alla gravità della situazione reale appare inaccettabile il perseverare nell’orientare il dibattito sul prestito regionale. Questa misura, lo abbiamo ripetuto più volte, non essendo strutturale consentirebbe ad AICA un sollievo di pochi mesi prima di ritrovarsi con gli stessi problemi e con molti più debiti da restituire. In sostanza equivale a somministrare ancora droga ad un drogato. Occorre piuttosto avvalersi della sinergia con il livello regionale con l’Ati per porre la questione, serie e pericolosa, della dipendenza idrica da SiciliaAcque (un rapporto con Sicilacque che merita un’indagine accurata sulla fondatezza giuridico-legislativa), della mole di debiti con Aica, di come ridurre entrambi e di come rendere efficiente l’uso delle risorse interne all’ambito. Insomma di come fare gli interessi dell’utenza e fare in modo di abbassare la salatissima tariffa (ingiustificata, peraltro non approvata da Arera e di cui si prevedono ulteriori aumenti). 

Su questo tema, le proposte della Consulta, inviate alla Prefettura, all’ATI, all’assessore Di Mauro e alla IV Commissione all’Ars sono nel solco di quanto prevede la normativa per i gestori del Servizio idrico integrato: reperire nuove fonti di approvvigionamento idrico all’interno dell’ambito; Curare, manutenere e ottimizzare le fonti esistenti contribuisce ad acquistare meno acqua da Siciliacque; Utilizzare tutte le risorse dell’ambito comprese quelle eccedenti ai Comuni montani; Necessario un rimborso da parte della Regione ad AICA per l’acqua concessa all’azienda privata SICON e sottratta a tutti i cittadini; Necessario, secondo recente normativa comunitaria, riutilizzare l’acqua depurata per uso irriguo. Questo consentirebbe ad AICA di scambiare il quantitativo d’acqua depurata per uso agricolo con un corrispondente quantitativo di acqua per uso idropotabile e risolvere strutturalmente la storica carenza di risorse idriche; Necessario incentivare e accelerare sulla conversione di tutte le utenze forfettarie; Necessario ripristinare le squadre di controllo sui furti d’acqua (inaudito che un’azienda pubblica non svolga tale attività di controllo). 

Infine: “Si richiama la necessità di reperire risorse finanziarie ma non si risolve con la necessaria risolutezza e la mancata costituzione dell’ambito unico rispetto ai comuni ancora inspiegabilmente fuori dalla gestione di Aica come anche i consorzi Voltano e Tre Sorgenti. L’unicità di ambito è obbligo di legge e requisito fondamentale senza il quale i finanziamenti non vanno in porto.  A fronte di questa enorme possibilità di miglioramento si assiste invece ad un dibattito estremamente debole, incentrato su temi distraenti (il prestito regionale), non adeguatamente orientato verso gli aspetti normativi che impongono ai Sindaci e ai comuni soci di aderire ad AICA (tutti), di pagare le utenze comunali (esattamente come i cittadini), di ripianare i debiti esistenti e di creare le condizioni perchè non se ne creino di nuovi. La sensazione è purtroppo opposta e se si continuerà a non operare secondo normativa e sottrarre ad AICA ciò che ad AICA spetta per diritto, a farne le spese saranno tutti, comuni e cittadini compresi.”

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