Consulta Aica chiede incontro, anche pubblico, con vertici azienda
Sul dissalatore di porto Empedocle, nutriamo forti dubbi sulla sostenibilità economica di tale operazione.
La richiesta di un incontro con i massimi esponenti delle istituzioni, in primis il prefetto, nonché con i massimi esponenti di Aica, l’azienda che gestisce la distribuzione idrica in quasi tutta la provincia di Agrigento, è stata l’occasione buone per il presidente della Consulta di Aica, Alvise Gangarossa, di mettere a fuoco una serie di questioni che meritano attenzione.
Gangarossa che guida una Consulta composta da otto associazioni – Konsumer Italia, Coordinamento Titano, A testa alta aps, Agrigento Punto e a Capo, Centro Studi De Gasperi, Codacons Agrigento, Comitato Civico Cantavenera ed Ethikos aps, afferma con lucidità:
La Consulta guarda con interesse alla nomina del nuovo C.D.A. e ritiene fondamentale un confronto con gli organi in indirizzo per contribuire, come ha sempre fatto, all’individuazione di quegli aspetti strutturali da affrontare e risolvere per il superamento della crisi aziendale; aspetti strutturali oggetto di numerose analisi inviate dalla Consulta agli organi competenti. Al Presidente Di Bennardo si chiede di sciogliere ogni dubbio sollevato da più parti sulla sussistenza dei requisiti che hanno portato alla nomina dei componenti dell’attuale C.D.A. e di favorire la trasparenza dei processi aziendali, non come gentile concessione del potere politico, ma come diritto dell’utenza alla fruizione del servizio pubblico in piena trasparenza, nonché alla piena legittimazione dell’attuale C.D.A. Dobbiamo sottolineare che l’azione propulsiva del nuovo corso, rappresentato dalla Presidente dott.ssa Danila Nobile non può essere frutto di avventatezza né di generica ostentazione di ottimismo, ma di attenzione alle procedure, di rispetto dei ruoli e delle funzioni assegnate dallo Statuto. A proposito di ciò si rammenta che il ruolo del C.D.A. non prevede l’intrapresa di iniziative, anche di valenza economico-finanziaria che non siano di provenienza dell’Assemblea dei Sindaci o in ogni caso suggellati da incarichi specifici di diretta provenienza dell’Assemblea. L’esposizione mediatica è positiva se calibrata ai fatti e nel rispetto delle prerogative statutarie, se eccessiva o squilibrata presenta il rischio di attirare sull’attuale C.D.A., ancorchè ricco di buona volontà, più responsabilità di quelle che gli competono e di oscurare invece le preminenti responsabilità della politica, dei Sindaci e dell’Ente di Governo d’Ambito, i quali hanno gravi colpe nella crisi aziendale del Gestore, di ordine ben superiore rispetto alle funzioni e ai poteri del C.D.A. Ad ATI e ai Sindaci bisogna chiedere risposte urgenti ed è dovere anche di questo C.D.A. farlo.
È certamente compito del C.D.A. la presentazione del bilancio consuntivo 2024 e del previsionale 2025, gli schemi del piano-programma aziendale, il rendiconto trimestrale ratificato presentato dal Direttore relativo agli appalti, alle forniture ed alle spese in economia. Tutti documenti che si chiede di pubblicare al più presto. Va inoltre elaborato insieme ad ATI Idrico un piano di uscita dalla crisi che affronti in modo strutturale i nodi mai risolti, quei nodi che il potere politico non ha mai dimostrato di voler risolvere. Rispetto a questi temi un C.D.A. che attiri su di sé l’attenzione con argomenti secondari rispetto alla risoluzione della crisi aziendale e alle responsabilità, interne ed esterne, che l’hanno provocata, può fare il gioco di certa politica che ha interesse ad apparire o scomparire a seconda delle convenienze del momento. Un piano per il risanamento dell’azienda era già stato elaborato dal precedente C.D.A. il 30 giugno 2023, avente come oggetto: “Misure correttive finalizzate a riportare in equilibrio economico/finanziario AICA – direttiva generale”; da questo si consiglia caldamente di ripartire, capendo parimenti cosa è stato e cosa non è stato fatto, quale sia stato il ruolo del Direttore generale, verso il quale vi erano molti rimandi operativi, nella parziale attuazione di detto piano. Riguardo al ruolo e alle responsabilità specifiche del Direttore Generale sarà necessario aprire un sereno confronto a chiarimento della sua posizione dopo la sostituzione del precedente C.D.A. Lo impone l’importanza dei suoi poteri statutari, che vanno dalla rappresentanza legale dell’Azienda alla gestione operativa del personale. Riguardo all’attenzione politica attorno al dissalatore di porto Empedocle, nutriamo forti dubbi sulla sostenibilità economica di tale operazione. Una politica di responsabilità, anche a livello regionale, avrebbe fatto bene a puntare, oltre che sul revamping dei pozzi inopportunamente dismessi, come sta facendo, sull’utilizzo delle acque depurate previsto per legge, per la risoluzione radicale della crisi idrica, sia del settore irriguo che dell’idropotabile. Si è invece puntato sull’impiego di denaro pubblico in favore di impianti di dissalazione di sicuro impatto mediatico, ma di altrettanto sicuro impatto economico sulle bollette dei cittadini. Fino a quando la Regione sosterrà i costi di produzione? Quanto costerà 1 mc di acqua dissalata in bolletta? Perché gli impianti sono stati affidati a Siciliacque verso cui Aica ha un enorme debito già oggetto di un decreto ingiuntivo? Alla luce delle scelte fatte l’interesse del livello regionale di tutelare il gestore di sovrambito Siciliacque non va in conflitto con l’interesse del gestore pubblico a emungere acqua a basso costo da fonti proprie piuttosto che comprarla dal sovrambito, sia essa dissalata o meno?
Vi è in Ati e tra i sindaci la volontà politica di affrontare con serietà e rispetto dei cittadini questi temi nell’interesse del Gestore pubblico? La Consulta auspica che il neo nominato C.D.A. sia efficace strumento di risoluzione della crisi Aziendale posto che, se non si manifesta quella volontà politica alla Regione, in Ati e tra i Sindaci, ciascuno di noi potrà fare ben poco. Per affrontare de visu questi temi si chiede un incontro con le S.V. anche in forma pubblica. Per favorire la massima partecipazione si raccomanda di programmare la convocazione a partire dalla settimana successiva alle festività ferragostane.