Agrigento

Covid-19 e rientro a scuola, Alfio Russo: “Possibile se si rispettano i protocolli”

Le valutazioni di Alfio Russo, dirigente scolastico e presidente Anp. di Agrigento

Pubblicato 3 anni fa

Il ministro della Salute Speranza ha emanato l’ordinanza che stabilisce che alle scuole superiori, per ragioni sanitarie, dal 7 al 15 gennaio la presenza sarà al 50%, per passare solo dopo al 75%.

Anche il Ministero dell’Istruzione ha emanato in queste ore una circolare in tal senso.

Sui trasporti la presenza resterà al 50%. E mentre il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, non vede «problemi insormontabili per la riapertura delle scuole», sono quasi 12 mila le persone che in pochi giorni hanno sottoscritto la petizione dell’Unsic che chiede di proseguire con la Dad per qualche altra settimana, almeno alle superiori.

Abbiamo rivolto alcune domande sul tema, ad Alfio Russo, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Fodera` – Brunelleschi” – Agrigento e presidente della struttura provinciale di Agrigento dell’Anp.

Ritiene che ci siano le condizioni per riportare in sicurezza in classe gli studenti anche alla luce di una possibile terza ondata della pandemia che secondo gli esperti potrebbe arrivare proprio a Gennaio?

«Con i dati che conosciamo ad oggi, 31 dicembre 2020, la ripresa graduale della didattica in presenza nelle scuole secondarie superiori può avvenire in sicurezza, così come in sicurezza hanno funzionato sino al 22 dicembre, con le misure straordinarie di volta in volta assunte, all’occorrenza, le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Per le scuole superiori, i rischi di contagio derivano non tanto dalla didattica in presenza, in quanto tale, stante il rispetto delle disposizioni di cui ai protocolli adottati da ciascun Istituto, ma dalle questioni legate al rispetto del distanziamento durante i trasporti sui treni e gli autobus degli studenti pendolari. L’ordinanza del Ministro della Salute che dispone al 50% il rientro a scuola in presenza degli studenti delle scuole superiori di fatto consente un utilizzo del sistema dei trasporti nella stessa misura del 50% agli alunni pendolari, superando il problema del distanziamento sui mezzi che ha dato origine all’attivazione della DDI nello scorso ottobre, dopo appena un mese dall’inizio dell’anno scolastico. Se poi la situazione epidemiologica dovesse evolvere in maniera infausta anche a gennaio, la questione della frequenza scolastica in presenza dovrebbe affrontarsi per tuto il sistema di istruzione, non solo per le superiori. Ma confidiamo davvero nel fatto che questo non avvenga».

La riorganizzazione dei trasporti  sta costringendo i Prefetti a chiedere alle scuole di effettuare dei turni di entrata e di uscita in orari scaglionati,  ma la differenziazione di orario, soprattutto per gli studenti pendolari, non causerà difficoltà  alle famiglie?

«L’articolazione della frequenza al 50% nel periodo dall’8 al 15 gennaio 2021 consentirà di rispettare un unico orario scolastico, così come definito da ciascun Istituto all’inizio dell’anno. L’eventuale ed ipotetica variazione in aumento di tale percentuale, a partire dal 16 gennaio in avanti, deve essere ancora definita dal Governo con apposito provvedimento. Supponendo che la presenza degli studenti a scuola possa attestarsi intorno al 75% con apposito provvedimento delle competenti Autorità, dal 16.01.2021 in poi, nella provincia di Agrigento S.E. il Prefetto ha già chiesto alle scuole di definire una possibile pianificazione delle presenze degli studenti con due orari di ingresso e di uscita (8:00 – 9:00 e 13:00 – 14:00), per consentire alle ditte di trasporti di acquisire i dati in tempo utile a predisporre i servizi per i pendolari nel rispetto delle misure di distanziamento. Gli Istituti scolastici hanno già provveduto in tal senso, coordinandosi tra loro nelle varie realtà territoriali per stabilire quali classi di quali sedi entreranno alle or 8:00 e quali alle ore 9:00, con conseguente uscita differenziata. Grazie alle indicazioni della nota n. 33669 del 21.12.2020 dell’USR Sicilia, le scuole potranno rendere flessibile l’articolazione dell’orario settimanale, sia con la durata delle unità orarie di 45-50 minuti, sia con l’eventuale fruizione in modalità asincrona, ad esempio, della prima ora per il secondo turno e dell’ultima ora per il primo turno, in maniera tal da non creare alcuna difficoltà agli studenti e alle loro famiglie, in quanto saranno utilizzati i consueti orari di uscita dalla scuola, se non anticipati».

Questa turnazione estrema, si pensi a docenti di istituti tecnici o professionali il cui orario di lezione potrebbe iniziare alle 8 per terminare alle 16, può essere concretamente realizzabile?

«In relazione alle varie tipologie di flessibilità nell’organizzazione didattica consentite dalla nota dell’USR Sicilia sopra richiamata, non vi sono rischi di turnazioni estreme, neanche negli Istituti Professionali. Tuttavia, la fruizione delle attività didattiche in forma asincrona impegna maggiormente i docenti e richiede agli alunni di garantire una fattiva collaborazione per non depotenziare l’impianto didattico curriculare messo in atto dalla scuola».

I dirigenti scolastici sono stati sufficientemente coinvolti nelle scelte dei tavoli prefettizi?

«L’A.T. di Agrigento dell’USR Sicilia ha promosso e realizzato diversi incontri con i Dirigenti scolastici e, per il superamento di una situazione di stallo, si è anche svolta una breve riunione con la presenza del Prefetto e con i rappresentanti delle aziende di trasporto. In alcune realtà del Paese i livelli di coinvolgimento dei Ddss ai tavoli prefettizi si sono registrati sin dall’inizio dei lavori di coordinamento ed hanno sortito esiti più efficaci, anche dal punto di vista del metodo di lavoro realizzato, ma tale indicazione sarebbe dovuta essere inserita dal Governo in maniera chiara nel Dpcm, cosa che non è avvenuta. Ad Agrigento, però, va precisato che la dr.ssa Palumbo, Dirigente dell’A.T., ha garantito una consultazione continua e costante con i DD.SS. durante le fasi di lavoro del tavolo prefettizio, rappresentando le istanze delle scuole in maniera più che efficace».

L’ordinanza stabilisce, come abbiamo detto, che la presenza degli alunni sarà del 50% nella settimana dal 7 al 15 gennaio, per passare nella settimana successiva al 70%, ritiene che sia un tempo sufficiente per potere riorganizzare per l’ennesima volta l’orario scolastico?

«In relazione a quanto già accennato prima, non sarà necessario riorganizzare l’orario scolastico, in quanto si potrà mantenere lo stesso con le forme di flessibilità che ciascuna scuola potrà adottare, nel rispetto delle indicazioni dell’Usr Sicilia».

 Si pensa all’ipotesi di allungare l’anno scolastico, e in qualche modo sembra così di non  riconoscere tutti gli sforzi fatti dai docenti che ogni giorno hanno svolto il loro lavoro con la Dad che ha richiesto un impegno estremo. La Dad è una scuola a tutti gli effetti? Come valuta la possibilità di posticipare la chiusura dell’anno scolastico?

«A mio avviso, la Dad o Ddi in forma esclusiva rappresenta la migliore soluzione possibile quale alterativa alla didattica in presenza, ma di certo non si pone come modalità intercambiabile. Con la didattica on-line sono state incrementate le competenze tecnologiche e digitali degli studenti (e dei docenti), e questo non va certo disconosciuto, con l’integrazione di metodologie didattiche innovative davvero considerevoli. Di contro, non è stato possibile coltivare al meglio le dinamiche educative e sociali costitutive della relazione didattica, che caratterizzano la formazione in presenza anche per quelle forme di alfabetizzazione emozionale e di intelligenza emotiva che scaturiscono dalla vita della classe, in situazione, ‘de visu’. Però queste non sono certo ragioni per non riconoscere appieno gli sforzi di docenti e studenti operati con la didattica digitale, i risultati raggiunti e le competenze conseguite e non rappresenta per me un motivo valido per posticipare la chiusura dell’anno scolastico; una scelta in questa direzione rappresenterebbe, invece, un precedente mai accaduto nella vita della scuola del Paese, per quanto a  mia conoscenza».

 La sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa, rilancia il tema dell’obbligatorietà del vaccino per chi opera non solo negli ospedali ma anche per gli insegnanti, ritenendo la vaccinazione precondizione  all’assunzione. Ritiene un dovere morale, prima ancora che un obbligo, l’adesione alla campagna vaccinale da parte degli operatori scolastici?

«Dato che il servizio scolastico rientra tra quelli essenziali, diventa ineludibile l’esigenza di vaccinare il personale scolastico, e credo che, dopo il personale sanitario, gli anziani, i soggetti a rischio, le forze dell’ordine, i docenti e il personale non docente debbano rappresentare delle priorità della campagna vaccinale.Ritengo fondata anche l’eventualità di porre la condizione della vaccinazione per l’assunzione del personale scolastico, mentre una riflessione molto attenta, sul piano dei diritti, andrebbe operata sul tema dell’obbligatorietà della vaccinazione. Certamente, per gli operatori scolastici che intendono tutelarsi e tutelare le persone con cui lavorano fianco a fianco ogni giorno, a partire dagli studenti, decidere per il vaccino sembra essere una scelta ‘obbligata’, se si vuol mantenere coerenza con la propria dimensione etica e deontologica. Nella fase di avvio della campagna vaccinale, peraltro, quando il vaccino non sarà disponibile per tutti, insistere per una sorta di obbligatorietà diventerebbe anche controproducente, per cui sarebbe preferibile comunque lavorare per persuadere anche i più perplessi, astenendosi dall’obbligare. Un dibattito a parte meriterebbe, poi, la questione se ammettere a cure gratuite, a carico del Ssn, quanti non hanno inteso vaccinarsi, costretti poi ad accedere ai servizi ospedalieri per aver contratto il Covid; ecco, in tal caso, credo che molti dubbiosi farebbero comunque la fila per vaccinarsi».

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