Dissalatore, Cgil e Legambiente: “la crisi idrica c’è, slogan da parte di Schifani”
La Cgil e Legambiente in due note intervengono sul dibattito aperto rispetto al funzionamento del dissalatore di Porto Empedocle
A un anno dalla grande manifestazione sull’emergenza idrica, il Segretario Generale Alfonso Buscemi interviene sul dibattito aperto rispetto al funzionamento del dissalatore quale soluzione alla emergenza idrica.
“È passato un anno dalla grande manifestazione che ha visto migliaia di cittadini agrigentini scendere in piazza per denunciare la gravissima crisi idrica che affligge buona parte del nostro territorio. In quell’occasione – ricorda il Segretario Generale della CGIL di Agrigento, Alfonso Buscemi – la richiesta era chiara e concreta: un dissalatore subito a regime e il rifacimento della rete idrica principale di numerosi comuni che ancora oggi continuano a convivere con disservizi inaccettabili. A distanza di dodici mesi, leggiamo con stupore dichiarazioni di “soddisfazione” da parte del Presidente del CdA di AICA ringraziando il Presidente della Regione Schifani. (di cosa? Non è pagato dalla collettività per fare funzionare la macchina regionale?) Dichiarazioni che sembrano scollegate dalla realtà vissuta quotidianamente dai cittadini e dai lavoratori del settore. “Viene spontaneo dire che la montagna ha partorito il topolino – afferma Buscemi – perché la crisi idrica è ancora tutta qui. Certo, l’entrata a regime del dissalatore è un passo avanti, ma siamo ancora molto lontani dalla normalità, da un’erogazione regolare che garantisca il minimo vitale”. Non chiediamo l’acqua corrente 24 ore su 24, ma servizi essenziali degni di un territorio civile, un piano serio e immediato di intervento sulle reti colabrodo, e soprattutto chiarezza su come si intende affrontare la drammatica crisi economico-finanziaria della società AICA. Se non si ha questa consapevolezza e si limita a dare la colpa “alle difficoltà climatiche” non si va da nessuna parte. “I lavoratori – prosegue Buscemi – non hanno ancora percepito la mensilità di luglio e sono in ritardo su quella di giugno. È lecito chiedersi come si intenda dare stabilità e garanzie a un servizio così fondamentale se neppure chi lo gestisce viene messo in condizione di lavorare con serenità.” Alla luce di ciò, chiediamo al Presidente del CdA di AICA un confronto trasparente e puntuale su come si intenda risolvere questi problemi strutturali, andando oltre le parole di circostanza e le rassicurazioni generiche. Il territorio non può più aspettare. Servono risposte serie e tempi certi. I cittadini e i lavoratori meritano rispetto.
Daniele Gucciardo, presidente del Circolo Rabat di Agrigento, interviene a seguito delle affermazioni del presidente della Regione: “Schifani non ha immesso acqua dissalata nelle reti idriche, di sicuro ha immesso propaganda sulla rete internet.”
“Mentre continua a sfuggire a tutti gli interrogativi che già da diverso tempo la nostra associazione pone in ordine alle modalità individuate dalla Regione e dalla struttura commissariale nazionale per la realizzazione dei dissalatori, in particolare quello di Porto Empedocle, il presidente Schifani fa ricorso alla propaganda dichiarando l’immissione in rete mai avvenuta di 50 litri al secondo. La smentita arriva direttamente dalla presidente AICA, che incredibilmente e anticipatamente ringrazia il Presidente Schifani per l’acqua che gli agrigentini… non hanno ancora ricevuto. Di fronte a una crisi idrica strutturale, che presupporrebbe l’adozione di ben altri strumenti rispetto a quelli messi in campo si stanno esclusivamente realizzando impianti invasivi, inquinanti, enormemente costosi anche in termini di gestione, che preoccupano non solo le associazioni ambientaliste, ma tutti i cittadini. C’è una proposizione seria, tecnicamente valida, suffragata da studi, ricerche, approfondimenti, e tuttavia del tutto inascoltata. Si continua con le tecniche emergenziali, con lo sperpero di fondi pubblici, senza neppure provare ad ascoltare le istanze delle popolazioni interessate, alle quali non solo non viene destinata l’acqua, o la necessaria attenzione, o la necessaria serietà, ma solo l’arma subdola della propaganda.”
“Ha disturbato, e non poco, la realizzazione del cosiddetto dissalatore mobile, cioè temporaneo, su un sito destinato alla pubblica fruizione ai fini balneari e turistici. Già in fase progettuale, cinque mesi fa, assieme ad altre associazioni avevamo avanzato perplessità circa l’impatto urbanistico, ambientale e paesaggistico di tale impianto industriale che, adesso, ci appare più che mai destinato a permanere in via definitiva. Qualcuno dovrà dare spiegazioni, non soltanto per il sito prescelto, ma anche in relazione all’enorme mole di fondi pubblici dissipati per realizzare un impianto che, nella migliore delle ipotesi, immetterà in rete una irrisoria e costosissima quantità d’acqua, di cui ben oltre il 50% verrà disperso dalle reti fatiscenti, sulle quali si continua a omettere manutenzione e progettualità. Saremo solidali e partecipi alle azioni del locale Comitato, ben consci che si sta perpetuando la generale e storica inadeguatezza nell’affrontare la crisi idrica agrigentina”.