Picchia e perseguita ex moglie anche davanti i figli minorenni, arrestato
L’indagato è stato ritenuto gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti aggravati dall’avere commesso il fatto in presenza e in danno dei minori, nonché di atti persecutori
Il 30 luglio, su disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere, emessa in data 28 luglio 2025 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, a carico di un catanese, classe 1959.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP, ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, alla luce degli elementi attualmente disponibili e considerando la fase processuale preliminare che non ha ancora permesso l’instaurazione del contraddittorio davanti al giudice, l’indagato è stato ritenuto gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti aggravati dall’avere commesso il fatto in presenza e in danno dei minori, nonché di atti persecutori aggravati dall’avere commesso il fatto nei confronti di persona con cui era legata da relazione affettiva e con mezzi telematici, inviando messaggi minatori via WhatsApp.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da approfondimenti delegati da questo Ufficio a personale della specializzata III Sezione Investigativa “Reati contro la Persona, in pregiudizio di minori e reati sessuali”, aventi ad oggetto un contesto contraddistinto da una serie continua di atti di umiliazione e maltrattamenti nei confronti del soggetto passivo, sottoposto a sofferenze fisiche e morali, mediante reiterati atti di aggressione, contraddistinti da schiaffi, manate, continue minacce anche di morte, indirizzate pure all’intero nucleo familiare dell’ex moglie, condotte denigratorie ed umilianti, facenti riferimento alla sua nazionalità.
L’indagato, solito appellare l’ex moglie con epiteti offensivi, volti a sminuirla, ha posto in essere comportamenti possessivi di controllo continuo e intimidatori tali da sottoporla a penose condizioni di vita a causa dell’abituale e sistematica sopraffazione e del clima di prevaricazione in cui era costretta a vivere, talvolta in presenza dei figli minori della coppia (di cui oltretutto uno affetto da deficit cognitivo) e della figlia della persona offesa nata da una precedente relazione.
Con riferimento agli atti persecutori, grazie al dettagliato narrato della denunciante e dei suoi familiari, parimenti sentiti, si é evinto che, dopo la separazione legale tra i due, l’arrestato ha iniziato a monitorare i movimenti della donna e le frequentazioni della sua casa, proferendo minacce gravi (pure nei confronti della sua cerchia di persone a lei vicine, anche con armi) e vantando l’appartenenza al clan mafioso catanese ‘Pillera – Puntina’ (di cui ha fatto in effetti parte in passato), ponendo in essere molestie e comportamenti aggressivi tali da cagionarle un perdurante stato di ansia tale da indurla a lasciare momentaneamente Catania, facendo rientro nel paese d’origine.
Le risultanze d’indagine, coordinate da questa Procura, sono state condivise dal competente Giudice per le Indagini Preliminari che ha disposto la misura cautelare del massimo rigore. Espletate le formalità di rito, il destinatario della misura, dopo essere stato rintracciato, è stato condotto presso gli uffici della locale Squadra Mobile ed, ultimati gli atti di rito, tradotto nel carcere di piazza Lanza, a disposizione dell’A.G. procedente.