Agrigento

Droga in spiaggia e sub morti: l’inchiesta passa alla Dda di Palermo

Tre cadaveri e oltre cento chilogrammi di hashish che il mare ha direttamente “sputato” sulle spiagge di mezza Sicilia comprese anche quelle agrigentine di San Leone, Porto Empedocle e Torre Salsa. Cinque le procure siciliane, tra cui anche quella di Agrigento diretta da Luigi Patronaggio, che dalla fine di dicembre stanno indagando su un vasto […]

Pubblicato 4 anni fa

Tre cadaveri e oltre cento chilogrammi di hashish che il mare ha direttamente “sputato” sulle spiagge di mezza Sicilia comprese anche quelle agrigentine di San Leone, Porto Empedocle e Torre Salsa. Cinque le procure siciliane, tra cui anche quella di Agrigento diretta da Luigi Patronaggio, che dalla fine di dicembre stanno indagando su un vasto traffico di stupefacenti e su una serie di morti che ancora oggi non hanno nome e cognome. Per questo motivo, nel più fitto riserbo investigativo, l’inchiesta è passata direttamente sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. 

Lo scrive il quotidiano La Sicilia nell’edizione di questa mattina. 

L’ipotesi investigativa su cui gli inquirenti di mezza Sicilia si sono concentrati è un vasto traffico di stupefacenti che, direttamente dal nord Africa, arriva fino alle coste siciliane e non solo. Ma sono ancora tanti i tasselli che mancano. I cadaveri rinvenuti sulle spiagge (a Cefalù, a Castel di Tusa e Termini Imerese) non hanno ancora un nome. In ultimo un altro cadavere, la cui identità non è stata accertata, è stato rinvenuto in una spiaggia di Licata. 

Un importante spunto investigativo lo ha fornito il procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, che già da tempo stava indagando sulle reti di comunicazione dei trafficanti di droga: un complesso sistema chiamato “Thuraya” che permette di comunicare senza utilizzare le classiche reti telefoniche. 

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