Agrigento

“Empedocle ” di Filippo Portera, un valore aggiunto per “Agrigento città  della cultura”

 Il debutto è avvenuto al Giardino Botanico di Agrigento nell’Agosto 2003, ma “Empedocle” di Filippo Portera è ancora oggi l’unica opera musicale al mondo che racconta uno dei più grandi filosofi presocratici, nato nella grande città Akràgas. Chi scrive era presente al debutto dell’opera in quella sera di  circa vent’anni fa e la sua riedizione, […]

Pubblicato 12 mesi fa

 Il debutto è avvenuto al Giardino Botanico di Agrigento nell’Agosto 2003, ma “Empedocle” di Filippo Portera è ancora oggi l’unica opera musicale al mondo che racconta uno dei più grandi filosofi presocratici, nato nella grande città Akràgas. Chi scrive era presente al debutto dell’opera in quella sera di  circa vent’anni fa e la sua riedizione, oggi,  sarebbe davvero un valore aggiunto, fra i tanti altri, alla conferma di “Agrigento città della cultura”.

Una foto della prima esecuzione con Mariuccia Linder
Una foto della prima esecuzione con Mariuccia Linder

L’opera in due atti per: sette personaggi, coro, orchestra, elettronica ed immagini, del compositore agrigentino, (sue le musiche e la regia dell’esecuzione) si avvale degli accurati testi poetici in endecasillabi sciolti di Nuccio Mula, dei magnifici costumi e delle ricercate scenografie di Vincenzo La Mendola. L’impiego oggi  della tecnologia in 3D con ologrammi, di grande suggestione, creerebbe sul palcoscenico “forme” dal nulla, fondendo e confondendo ogni confine fra l’irrazionale e la cosiddetta realtà. Empedocle è una macchina complicata ma meravigliosa, che bisogna mettere in scena con i tempi giusti e grande competenza. Coro e orchestra stanno su due postazioni più alte rispetto al palcoscenico centrale, dove si svolgerà tutta la parte teatrale dei sette personaggi, che nasce da un concetto classico per evolversi nel contemporaneo con i Frammenti del filosofo ritrovati e i testi poetici di Nuccio Mula. Le musiche originali, composte da  Portera, tra classica e jazz, pur conservando “in toto” un’atmosfera e un “pathos” classici (non in senso stretto, ma in quanto riferiti e connaturati direttamente alla grecità che ha ispirato le composizioni), sono state pensate e orchestrate anche attraverso concetti contemporanei, con l’uso oculato dell’elettronica, la quale diventa non supporto meramente servo-strutturale ma raccordo di correlazione e congiungimento tra partiture scritte ed improvvisazioni, avvicinando e gratificando, così, il fruitore, in maniera diretta e sensoriale, a tematiche, atmosfere, vibrazioni e sonanze atte a riproporre degnamente uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, nato ad Agrigento.

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