Agrigento

Festa della polizia, il questore Palumbo: “Sicurezza è un processo in cui tutti siamo chiamati a sentirci coinvolti”

Il discorso del questore di Agrigento, Tommaso Palumbo, in occasione della festa della Polizia

Pubblicato 3 settimane fa

Ecco il discorso del questore di Agrigento, Tommaso Palumbo, in occasione della festa della Polizia per i 172 anni dalla fondazione: “Signor Prefetto, Autorità Civili e Militari, gentili Ospiti, oggi 10 aprile 2024, ricorre il 172° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato. Anniversario a cui vi do il mio personale, emozionato benvenuto, a nome delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e di tutto il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno che presta servizio presso i nostri uffici.  Un benvenuto ed un ringraziamento all’Arcivescovo Mons. Alessandro Damiano, oggi rappresentato dal Vicario Don Giuseppe Cumbo, per il conforto e la vicinanza cristiana che non ci ha mai fatto mancare e per il sostegno al nostro operare. 

Ed in questa cornice, un ringraziamento ad uno di noi: il nostro Cappellano, Don. Maurizio Di Franco, sempre disponibile nella guida e supporto spirituale degli appartenenti alla Polizia di Stato e delle nostre famiglie. Supporto che ci ha sempre fornito nel ricordo dei nostri caduti, dei tanti, purtroppo, che non ci sono più e che oggi, prima dell’inizio di questa cerimonia, abbiamo onorato in Questura, e che qui ricordiamo e onoriamo nei nostri cuori. A loro, ai nostri defunti, va il nostro affettuoso pensiero, con l’auspicio che il loro esempio costituisca la guida illuminata per il nostro agire quotidiano al servizio dei cittadini. Permettetemi, inoltre, di ringraziare l’Ente Parco Valle dei Templi nella persona del direttore Roberto Sciarratta, per il fattivo contributo alla realizzazione di questo evento in questo prestigioso sito. Non ultimo, un ringraziamento ai dirigenti scolastici ed ai docenti delle scuole qui oggi con noi. Non soltanto presenti a questa giornata, ma anche sinergicamente attivi nella sua realizzazione. 

Il 172° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato è una ricorrenza importante, per il suo valore di testimonianza di sacrificio dei suoi appartenenti per la legalità del territorio, a beneficio dei suoi cittadini e delle istituzioni.  Ma consentitemi di trasmettervi l’importanza che riveste personalmente per me, come prima festa della Polizia di Stato a cui prendo parte come Questore nella sua prima sede di assegnazione, avvenuta poco meno di cinque mesi fa, lo scorso 15 novembre e l’emozione che da ciò ne deriva.  La festa della Polizia di Stato, non a caso viene celebrata in questa data.  Il 10 aprile segna il giorno in cui, nel 1981, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la Legge 1 aprile 1981 n. 121, contenente il “Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”.  Ed è un legame indissolubile quello che lega la Polizia di Stato all’Amministrazione della Pubblica Sicurezza. 

Legame annunciato nell’articolo 16 della legge, che pone la Polizia di Stato come intrinsecamente demandata alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.  Quello stretto legame unisce noi della Polizia di Stato all’Arma dei Carabinieri, quale forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza; alla Guardia di Finanza, per il concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica ed alla Polizia Penitenziaria. Legame questo, permettetemi di dire, che non è soltanto scritto nella legge, ma che è testimoniato dalla quotidiana sinergica collaborazione nell’operare insieme per la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni. Per la sicurezza del territorio.  Per la sicurezza dell’oggi, affinché vi sia sicurezza domani. Legame di cui sono testimone ogni giorno e di cui qui ringrazio i Comandanti provinciali per il loro quotidiano impegno e per quello delle loro donne e dei loro uomini. Grazie. 

Ma il primo grazie, consentitemelo, lo devo alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato in servizio nella provincia di Agrigento. In Questura, nei nostri Commissariati di Canicattì, di Licata, di Palma di Montechiaro, di Porto Empedocle, di Sciacca; nella Sezione della Polizia Stradale e nei suoi Distaccamenti di Canicattì e di Sciacca; nella Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica e nel Posto di Polizia Ferroviaria; nelle nostre Sezioni di Polizia Giudiziaria presso le Procure della Repubblica di Agrigento e Sciacca; nella DIA. Ed alle donne ed agli uomini dell’Amministrazione Civile dell’Interno che prestano servizio presso i nostri uffici e sono parte integrante della Polizia di Stato. 

Ed ancora, a tutti coloro che hanno lasciato il servizio e oggi sono presenti qui, rappresentati dall’ANPS, a testimoniare l’indissolubile legame con la Polizia di Stato. Grazie, vi dico, per l’ottimo lavoro che avete svolto e svolgete ogni giorno, con sacrificio, vostro personale e delle vostre famiglie, adempiendo al vostro dovere con “disciplina ed onore”, in ogni ambito. Dal controllo del territorio, alla gestione logistica, contabile, amministrativa e sanitaria; dalle indagini di polizia giudiziaria, all’attività di polizia amministrativa; dalla gestione dell’immigrazione, a quella delle misure di prevenzione ed a protezione dei minori. Il tutto svolto, non soltanto osservando la legge, ma con quella professionale, e consentitemi, umana empatia verso chiunque si rivolga a noi: italiano o straniero, regolare o irregolare, vittima o reo, utente o sanzionato. Nella piena consapevolezza che sempre, in ogni caso, abbiamo di fronte a noi una persona. Ed un grazie anche alle Organizzazioni Sindacali, anch’esse parte integrante del nostro essere, quale Forza di polizia civile a statuto speciale, che per anni è stata una nostra cifra esclusiva. 

Il legame indissolubile che lega la Polizia di Stato all’Amministrazione della Pubblica Sicurezza riverbera necessariamente sulle Autorità che lo rappresentano sul territorio. E duplice è quindi il legame che lega me al signor Prefetto, sia come più alto rappresentante della Polizia di Stato sul territorio, che come Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, chiamata alla direzione, la responsabilità e il coordinamento, a livello tecnico operativo, dei servizi di ordine e di sicurezza pubblica e dell’impiego a tal fine della forza pubblica, in ossequio delle attribuzioni del Prefetto, anch’esso Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, in cui risiede la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia. 

Analogo legame è con i Sindaci della nostra provincia, i quali, ove non è presente un nostro Commissariato di Pubblica Sicurezza, sono anche Autorità Locali di Pubblica Sicurezza. Con tutti loro vi è il reciproco dovere di ascolto per trovare le soluzioni più opportune ed efficaci alle specifiche criticità, nel quadro della piena legalità.  Come il mio predecessore, il Dirigente Generale Emanuele Ricifari fece lo scorso anno, nel suo discorso di apertura della cerimonia, non elencherò qui i dati che vengono di solito forniti in queste circostanze, che tradizionalmente servono da “misura della performance”, del nostro prodotto, e che sono stati già veicolati dal nostro ufficio per la comunicazione ed, in parte, nel filmato che abbiamo predisposto.  Spesso si dice che la Polizia di Stato produca uno specifico prodotto, per quanto immateriale: la sicurezza. 

Un prodotto richiesto da tutti, che muta a seconda del contesto territoriale e temporale. Contesto che la Polizia di Stato è chiamata ad interpretare, per implementare strategie e tattiche operative ed organizzative finalizzate alla realizzazione di quel prodotto a beneficio dei cittadini: la sicurezza. Ma la sicurezza non è un prodotto.La sicurezza è un processo. Un processo che deve necessariamente permeare tutti gli ambiti in cui il vivere civile si declina. Un processo in cui tutti siamo chiamati a sentirci coinvolti: cittadini ed istituzioni, facendo coincidere la cultura della sicurezza con la cultura della legalità. In questo processo noi della Polizia di Stato siamo chiamati per primi a prestare la nostra opera, nella duplice veste di cittadini e poliziotti, promuovendo la cultura della legalità, con l’esempio del nostro corretto operato e con la testimonianza nelle sedi deputate. Le scuole, in primo luogo, ove la Polizia di Stato della provincia di Agrigento nelle sue composite articolazioni che comprendono le Specialità, partecipa ad interventi formativi pianificati sulle variegate tematiche che compongono legalità e sicurezza. 

Definire la sicurezza non come prodotto, ma in chiave di processo, nell’ambito del irrinunciabile quadro della legalità, vuol dire che garantire la sicurezza dei cittadini e delle comunità non può essere considerato come un obiettivo statico o un compito limitato nel tempo. Piuttosto, richiede un impegno continuo e dinamico da parte delle Autorità pubbliche, delle Forze dell’ordine e della comunità nel suo insieme. Impegno che le donne e gli uomini della Polizia di Stato della provincia di Agrigento ogni giorno recitano come mantra quotidiano nel loro operare. Considerare la sicurezza pubblica come un processo vuol dire che essa non può essere ottenuta attraverso un singolo intervento o una misura isolata, ma richiede un approccio olistico che consideri molteplici fattori. E la prevenzione del crimine da parte della Polizia di Stato è solo uno di questi. 

Ma, tra i tanti fattori, la costruzione di relazioni virtuose tra noi e le comunità è sicuramente il più importante. E in questo, la sinergia con tutti i Sindaci della provincia è essenziale. Sinergia di cui sono testimone e che, nel mio pur breve periodo di permanenza dal mio insediamento, vedo crescere ogni giorno, e di cui sono grato. Costruzione di relazioni virtuose tra noi e le comunità significa che le strategie di sicurezza pubblica devono essere costantemente valutate, aggiornate e adattate alle mutevoli sfide e alle esigenze emergenti, anche e soprattutto attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle organizzazioni della comunità, nella promozione della sicurezza e nella prevenzione del crimine. Inoltre, considerare la sicurezza pubblica come un processo sottolinea l’importanza di una stretta collaborazione tra le varie agenzie governative, le organizzazioni non governative e gli attori della società civile per affrontare le questioni di sicurezza in modo efficace e inclusivo. E non ultimo, abbandonare il concetto di sicurezza=prodotto, lo sgancia dallo scontato concetto di sicurezza=costo.  I prodotti si comprano, quindi sono un costo.  I processi sono una serie organizzata di azioni ed attività volte a raggiungere un determinato obiettivo. Ed una volta impiantati, diventano investimenti.  Ma presupposto di ciò è la legalità, e la promozione della cultura della legalità ne costituisce la premessa. La sicurezza al di fuori della legalità non è accettabile né sostenibile, poiché comporta rischi significativi per la stabilità sociale, l’ordine pubblico e i diritti individuali. 

Contrastare la mafia e, in genere, tutti i fenomeni criminosi, non può e non deve essere considerato come un’esclusiva azione, un prodotto, della Polizia di Stato e delle altre Forze di polizia nel reprimere singole fattispecie criminali. Facendo certamente bene il nostro lavoro, affinché la magistratura, a cui va il mio ringraziamento per la costante attenzione verso il nostro lavoro, possa giungere a compiere, al meglio, il proprio mandato nelle sedi giudiziarie.  Lo stesso vale per i cosiddetti reati dei colletti bianchi, per la droga, per gli odiosi fenomeni criminosi che aggrediscono le fasce deboli, le donne, i minori. Allo stesso modo per i reati ambientali, che offendono il meraviglioso territorio della nostra provincia.  Ci avviciniamo ad un periodo di estrema importanza per questa terra: Agrigento capitale della cultura 2025. Facciamo in modo che la cultura della sicurezza e la cultura della legalità permeino tutti i processi che porteranno all’organizzazione degli eventi che ne conseguiranno. Decliniamo, quindi, Agrigento capitale della cultura a 360°.  Perciò, quando pensate a noi, non guardateci come coloro che devono fornire semplicemente un prodotto, ma attori protagonisti che partecipano insieme a voi al “processo sicurezza”, nella piena legalità, declinando insieme a cittadini e istituzioni il nostro “esserci sempre”. Esserci sempre, insieme alla gente, insieme per la gente. Viva la Repubblica! Viva la Polizia di Stato!”

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