Agrigento

“Il Rabato e i luoghi della frana”

È il centro storico della memoria e delle ferite sociali quello a cui ci guida Beniamino Biondi nell’antico quartiere del Rabato

Pubblicato 3 anni fa

È il centro storico della memoria e delle ferite sociali quello a cui ci guida Beniamino Biondi nell’antico quartiere del Rabato, un luogo quasi abbandonato dopo la frana del 1966.

Attraverso vicoli e scalinate, con il racconto dell’Ipogeo dell’Acquamara e di Terravecchia, tracciando i pregi dell’urbanistica popolare e le condizioni sociali delle vecchie famiglie, fino al cuore del Rabato, si snoda un percorso di antichi giardini tra gli anfratti stretti e sinuosi dei vicoli.

È l’immagine della decadenza e delle speranze: desolazione, nessuna attività commerciale, le macerie e i resti della frana che ha distrutto cortili ed evacuato un intero quartiere, ridotto a un fantasma della memoria tradita, ma che sogna di rinascere, grazie a una nuova lettura e un nuovo apprezzamento da parte del popolo agrigentino. Raccontare i luoghi, per comprendere la storia del “sacco di Agrigento” e delle deviazioni storiche e urbanistiche di una città estranea al tempo presente.

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