Agrigento

Inchiesta “Appalti e mazzette”, non solo Di Mauro e Balsamo: gli altri indagati

Il sindaco di Licata, ieri in Consiglio comunale si è tirato fuori ma l’indagine svela il coinvolgimento di consiglieri comunali e imprenditori. Intercettato anche il dirigente regionale Dario Cartabellotta

Pubblicato 3 mesi fa

L’inchiesta della Procura di Agrigento denominata “Appalti e mazzette” parte da una denuncia di un imprenditore a rischio fallimento che avrebbe svelato un sistema di politico – imprenditoriale ritenuto illecito e causa il coinvolgimento dell’on. Roberto Di Mauro.

Una vicenda che tira dentro anche il Comune di Licata e il sindaco Angelo Balsamo, consiglieri comunali e pubblici funzionari. Ieri, proprio il primo cittadino nel corso della seduta si è difeso accoratamente mettendo subito in chiaro un aspetto importante: “Tutti gli appalti di cui si sta parlando erano stati gestiti dalla precedente Amministrazione. Noi ci siamo limitati, il Segretario comunale qui testimone mi può smentire, a fare in modo che i lavori che erano stati già tutti assegnati ed erano tutti partiti, li abbiamo semplicemente salvaguardati, siamo stati presenti affinché venissero fatti in maniera impeccabile, abbiamo fatto gli interessi della Città e continuiamo a farlo”.

Poi, una stoccata ai suoi avversari politici: “Non me ne voglia male chi magari vorrebbe candidarsi a sindaco, quando ci saranno le elezioni lo faccia, attualmente la mia responsabilità di amministratore è nei confronti dei miei concittadini e se io dovesse avvertire che i miei concittadini non approvano l’azione che noi stiamo portando avanti, il risanamento sociale della Città, il rispetto delle legalità, l’esecuzione delle opere oltre ogni cosa, io farei non un passo indietro come qualcuno ha detto, ne farei dieci”.

Insomma, il punto di vista del sindaco Balsamo – che inevitabilmente è anche strategia giudiziaria e politica, non fa una grinza: andate a cercare altrove le responsabilità penali.

La storia legata alla grande inchiesta “Appalti e mazzette” è oltremodo complicata e la Procura della Repubblica tira avanti, come si dice in gergo “a tratturi” perché pienamente convinta di trovarsi davanti ad una gigantesca operazione di malaffare e corruzione che individua in una associazione per delinquere (non condivisa dal Gip del Tribunale di Agrigento che con proprio provvedimento ha  posto l’attenzione su gruppi dediti al malaffare non criminalmente organizzati) capeggiata dall’ex assessore regionale ed attuale deputato regionale Roberto Di Mauro, per qualche tempo unico indagato il cui nome è stato coperto da un omissis. In realtà, gli indagati dell’intera inchiesta a far data dal gennaio 2025 erano già 21 (adesso sono molti di più) ed erano chiamati a rispondere di più ipotesi corruttive e spiegare le dinamiche di assegnazione di importanti e lucrosi appalti pubblici. Questi i loro nomi: Angelo Balsamo, sindaco di Licata, l’imprenditore licatese Bartolo Consagra; il consigliere comunale di maggioranza, Giovanni Spiteri; l’architetto Sebastiano Alesci; Maria Concetta Candiano di Licata; Antonio, Michelangelo e Giuseppe Mammana, imprenditori di Mistretta; Maurizio Valenza, di Polizzi Generosa; il favarese Diego Caramazza inteso “Dino”; Alessandro Vetro, Giovanna Patrizia Onorio; Lorenzo Leanza; Filippo Salvatore Interlicchia; Giovanni Mangiapane; Giovanni Di Mauro detto Roberto, deputato regionale; Mauro Porcelli Licata; Giovanni Campagna, segretario di Di Mauro; i favaresi Luigi Sutera Sardo e Federica Caramazza; Maurizio Giuseppe Domenico Savio Falzone,

“Tra le vicende di rilevanza investigativa – scrive ola Procura diretta da Giovanni Di Leo –  che evidenziava l’esistenza di un comitato d’affari al cui vertice vi è l’assessore regionale Roberto Di Mauro, era quella legata al progetto per la realizzazione della condotta di adduzione idrica che, partendo dalla diga San Giovanni di Naro, è destinata ad approvvigionare la Piana di Licata.

La vicenda metteva in luce una gestione personalistica delle risorse pubbliche tesa a favorire amministratori locali, funzionari pubblici e soggetti privati rientranti sotto la sfera di influenza politico-affaristica dell’Assessore Di Mauro. L’opera, ufficialmente nata da un’iniziativa del Consorzio Piana del Salso di Licata, trovava in Di Mauro, assessore della Giunta della Regione Sicilia, il  suo principale sostenitore, tanto che su sua iniziativa, il progetto veniva inserito nella legge 12 agosto 2024 nr.25, sotto il titolo di “Interventi finanziari urgenti”, pubblicata nella G.U.R.S. Tale intervento, rientrante nell’ambito delle iniziative promosse dalla Regione Siciliana per far fronte all’emergenza idrica tutt’ora in atto sull’intero territorio regionale, veniva rappresentato dall’assessore regionale, nel corso di una conversazione captata con il sindaco Balsamo, come una ghiotta occasione di guadagno per quest’ultimo che, una volta realizzata la condotta idrica, avrebbe ricevuto, mediante l’intercessione dello stesso Di Mauro, l’incarico di Presidente del Consorzio deputato alla gestione del!’ opera, ricevendo per questo un compenso pari a 100.000 Euro annui. Per la realizzazione dell’opera sono state previste due somme, relative a due distinte fasi del progetto: una di 250.000,00 € destinata alla progettazione e l’altra, significativamente più consistente, di circa 23.000.000,00 €,perla realizzazione strutturale dell’opera. Per evitare che la somma prevista per la progettazione dell’opera andasse persa, l’assessore regionale Di Mauro si interessava personalmente dell’effettiva esecuzione, tanto da portarlo ad incaricare proprio il sindaco Balsamo alla predisposizione di tutte le condizioni affinché la stazione appaltante, ossia il Consorzio Piana del Salso, desse l’incarico ad un professionista per la redazione del progetto. Per adempiere all’ordine ricevuto dal suo referente politico, Angelo Balsamo – scrive sempre la Procura –  metteva a disposizione del Consorzio Piana del Salso, l’Ufficio tecnico del Comune di Licata con a capo il suo

responsabile architetto Sebastiano Alesci. Tutto ciò nonostante il Comune di Licata, come più volte ribadito dai principali protagonisti della vicenda nel corso delle intercettazioni, non rivestisse formalmente alcun ruolo nella realizzazione della condotta in questione.

Quanto riportato avvalorava l’ipotesi investigativa che la compagine politico-amministrativa, capeggiata da Roberto Di Mauro, si servisse delle risorse pubbliche a disposizione, per creare consensi e vantaggi personali.

Ad interessarsi della questione legata al suddetto progetto era anche Giovanni Campagna, assistente personale dell’assessore Di Mauro, nonché diretto referente di Sebastiano Alesci per diverse questioni tecniche legate alla realizzazione dell’opera.

Di rilevante valore investigativo era inoltre quanto emerso dall’attività tecnica con riferimento all’interesse di alcuni soggetti, fin adesso estranei al contesto investigato, ossia l’architetto Mauro Porcelli Licata, e Andrea Burgio. Tali figure – che si presentavano come espressione di una compagine politico/imprenditoriale operativa a Licata – in una conversazione ambientale captata all’interno dell’automobile dell’Alesci, palesavano il chiaro interesse ad accaparrarsi l’esecuzione dei lavori per la realizzazione della condotta idrica in questione.

Si ricorda, infatti, che l’architetto Mauro Porcelli Licata nel corso della conversazione monitorata a bordo dell’autovettura di Sebastiano Alesci, aveva chiesto a quest’ultimo di fare in modo di poter partecipare alla successiva realizzazione dell’opera, avvantaggiando un’impresa di famiglia, ed aveva anche ammesso di aver chiesto ed ottenuto l’assenso da parte dell’assessore Di Mauro, interpellato tramite un consigliere comunale del Comune di Licata, identificato in Andrea Burgio. Grazie all’impegno non proprio disinteressato dei protagonisti, l’iter legato all’opera assumeva un rapido sviluppo nel pieno rispetto della volontà dell’Assessore Roberto Di Mauro. Infatti, dalle registrazioni provenienti dall’utenza monitorata in uso ad Alesci, si apprendeva che era stato conferito formalmente l’incarico in favore di un ingegnere non meglio identificato, da parte del Consorzio.

Nell’occorso, Alesci avvisava il proprio interlocutore che i ragazzi del Consorzio (Piana del Salso ndr) avevano conferito l’incarico di progettazione all’ingegnere e pertanto chiedeva a quale ufficio dovessero inviare il conferimento per avere l’accredito. Campagna rispondeva che lui non era a conoscenza dell’Ufficio al quale inviare il conferimento dell’incarico in argomento, aggiungendo che a tal riguardo avrebbe anche sentito l’assessore.

In data 14.10.2024 era la volta di Balsamo Angelo ad interessarsi direttamente del buon andamento dell’iter burocratico del progetto, sempre per conto del Consorzio Piana del Salso di Licata. Infatti, in due distinte conversazioni telefoniche, registrate sul! ‘utenza monitorata di Balsamo, si apprendeva come lo stesso non si limitasse a fare da tramite tra il Consorzio e la competente Direzione dell’Assessorato dell’Agricoltura della Regione Siciliana, ma fosse lui stesso a cercare le condizioni ottimali perché l’iter procedesse in maniera celere.

La prima delle predette conversazioni in uscita dall’utenza 3di Balsamo Angelo e diretta verso l’utenza intestata alla Regione Siciliana e in uso a Dario Cartabellotta, attuale dirigente generale del Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca. Il contatto tra Balsamo Angelo e Cartabellotta Dario rispettava le iniziali indicazioni dell’assessore Di Mauro Roberto, allorquando lo stesso, sebbene patrocinatore del progetto in argomento, aveva spiegato allo stesso Balsamo e ad Alesci Sebastiano che

l’assessorato regionale competente per lo stanziamento dei fondi previsti era quello dell’Agricoltura.

Nel corso della chiamata in commento, Balsamo Angelo pregava Cartabellotta Dario di inviargli dei modelli legati a dei precedenti, giacché i signori, riferendosi al personale del Consorzio, non sapevano in alcun modo orientarsi. Cartabellotta Dario si mostrava disponibile nei confronti del Balsamo, rassicurandolo che al più tardi entro mercoledì gli avrebbe inviato quanto richiesto. Inoltre, Cartabellotta Dario riferiva che stava preparando una bozza di accordo, per evitare che l’assenza di un progetto esecutivo inducesse la Ragioneria al blocco del finanziamento. La bozza prevedeva uno stanziamento iniziale pari al 50% dell’importo totale, necessario per avviare il progetto ed il successivo finanziamento del 40% al momento della presentazione del SAL (Stato avanzamento lavori), con il restante 10% a saldo finale.

Nel prosieguo, Cartabellotta Dario si mostrava soddisfatto di aver finalmente portato avanti il progetto, anche in considerazione delle complicazioni sopraggiunte a seguito dell’erroneo invio dello stesso al Dipartimento Acqua e Rifiuti, affermando che adesso mancava solamente lo spostamento, da parte della Ragioneria, al capitolo Agricoltura. Prima di concludere la conversazione, Cartabellotta chiedeva a Balsamo di inviargli, tramite Whatsapp, i dati relativi al Consorzio degli Agricoltori, a cui ufficialmente faceva capo il progetto.

La conferma che il riferimento fatto nell’ultima parte della registrazione precedente tra Cartabellotta Dario e Balsamo Angelo, riguardasse il Consorzio Piana del Salso di Licata, arrivava dal monitoraggio della conversazione successiva, anch’essa registrata sulla linea di Balsamo Angelo. Infatti, conclusa la chiamata con il Cartabellotta, Balsamo Angelo contattava l’utenza in uso a Graci Vincenzo, attuale presidente del Consorzio Piana del Salso di Licata, nonché consigliere comunale di maggioranza del Comune di Licata. Nella circostanza, Balsamo Angelo informava l’interlocutore di aver parlato con Cartabellotta Dario, il quale, oltre ad informarlo che stava predisponendo tutto per il buon esito del progetto, gli aveva chiesto di inoltrargli tramite Whatsapp i dati del rappresentante legale del Consorzio. Graci Vincenzo, confermando di essere il rappresentante del Consorzio, informava Balsamo Angelo che si trovava con l’ingegnere e che sarebbero passati a trovarlo. Nel periodo d’interesse continuavano le interlocuzioni tra Balsamo Angelo e Cartabellotta Dario, finalizzate ad aggiornare lo stato dell’iter di finanziamento del progetto in questione, nell’interesse e per conto del Consorzio Valle del Salso di Licata. Durante una conversazione registrata tra Balsamo Angelo e diretta sull’utenza intestata alla Regione Siciliana e in uso a Cartabellotta Dario, si rinnovava il copione ormai consolidato, con Balsamo che si esponeva in prima persona nell’interesse del Consorzio Valle del Salso. Nella circostanza, infatti, Balsamo Angelo chiedeva al dirigente regionale quali fossero le modalità con cui il Consorzio Valle del Salso doveva procedere ad effettuare una fideiussione, aggiungendo che il responsabile di quell’organismo aveva provato a contattare lo stesso Cartabellotta, senza però aver ricevuto risposta. Cartabellotta rispondeva chiedendo se era stato mandato, da parte del Consorzio, l’accordo firmato, dicendo che prima di effettuare la fideiussione avrebbero dovuto attendere l’emissione del decreto.

La conversazione terminava con Balsamo che chiedeva all’interlocutore se poteva farlo contattare direttamente da Enzo, ricevendo risposta positiva.

Terminata la conversazione, Balsamo Angelo non tardava a contattare il Graci per avvisarlo di chiamare, in maniera solerte, Cartabellotta Dario, come poi avvenuto”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

banner omnia congress