Agrigento

Trenta kg di cocaina nell’auto: Procura chiede convalida arresto e niente domiciliari

Dall’atteggiamento processuale dell’arrestato si capirà bene che seguito avrà l’inchiesta e lo stesso destino di Giuseppe Neri.

Pubblicato 11 mesi fa

Quando i poliziotti della Squadra mobile e dell’Upgsp (Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico) di Agrigento, erano le 5,10 di oggi, gli hanno sventolato sotto il naso la paletta dell’alt, Giuseppe Neri, 42 anni compiuti a gennaio, nato a Charleroi in Belgio ma da sempre residente a Realmonte, ha trattenuto il fiato pensando di essere finito nei guai. Guai molto seri visto che la sua auto, una Renault Twingo nera presa d’assalto e appena bloccata dagli agenti in via Salvatore Scifo – la bretella che dal Quadrivio Spinasanta conduce a Villaseta e Porto Empedocle – conteneva quattro scatole (tipo pacchi contenente carta per fotocopie) ricolme di stupefacente. Cocaina per la precisione ed anche purissima. Complessivamente, Neri stava trasportando 30,174 kg di preziosa polvere bianca, appositamente mescolata con polvere di caffè al fine di alterarne l’odore. In pratica, l’uomo portava a spasso oltre un milione di euro (valore-prezzo per i narcotrafficanti) che poteva moltiplicarsi per 10 se lo stupefacente fosse stato tagliato e messo sul mercato nelle piazze di spaccio. Neri, che ha dichiarato alla Polizia di non svolgere alcuna attività lavorativa, non ha saputo fornire, appena fermato, alcuna spiegazione sia del trasporto dei quattro pacchi sia del loro contenuto suddiviso in 25 panetti. I poliziotti, guidati da Giovanni Minardi, hanno cominciato freneticamente a chiedere notizie alla sala operativa e sono venuti fuori piccoli precedenti penali nonché un arresto, avvenuto nel 2014, per traffico di droga (operazione della Procura di Enna) con esito processuale favorevole (assolto). I controlli sono poi proseguiti nella caserma “Anghelone” di via Crispi dove i poliziotti hanno spacchettato i quattro involucri sottoposto a controllo scientifico (Narcotest kit) il contenuto dei 25 panetti scoprendo la più alta quantità di cocaina mai sequestrata in provincia di Agrigento. Oltre la droga i poliziotti hanno anche sequestrato cinque telefonini uno dei quali usato in quel momento dal realmontese e che, dopo le accurate verifiche, potrebbe ricostruire il tracciato del viaggio effettuato da Neri, provenienza e destinatari della droga.

Il Procuratore della Repubblica facente funzioni, Salvatore Vella, che coordina il lavoro del sostituto procuratore Paola Vetro titolare dell’inchiesta, sa che ha nelle mani un’inchiesta, condotta dalla Mobile del vicequestore Minardi, di grande pregio che potrebbe sparigliare regole ed equilibri esistenti sul territorio modificando in un sol colpo le tratte della cocaina che attraversano in entrambi sensi di marcia, la provincia di Agrigento. Gli inquirenti sanno, inoltre, che il sequestro ha provocato un enorme danno economico al gruppo di trafficanti che gestivano la partita di cocaina nonché un grave danno all’immagine degli stessi trafficanti nell’ambito delle consorterie criminali che dalla droga ricevono enormi guadagni e dalla droga aumentano il loro potere. Per questo specifico episodio, tuttavia, la Procura sostiene che “La quantità di sostanza stupefacente, le modalità di confezionamento e l’occultamento della sostanza medesima, risultavano indici rivelatori della destinazione a terzi della droga rinvenuta nel possesso dell’indagato”.

Domattina, alle 10,30, si svolgerà l’udienza di convalida davanti al Gip del Tribunale di Agrigento Iacopo Mazzullo che deciderà sulla richiesta già presentata dalla Procura di conferma dell’arresto con detenzione in carcere. Compito opposto spetterà al difensore di fiducia dell’arrestato, Pasquale “Lino” Tarallo che proverà a tirar fuori dai guai il suo assistito anche se, in mancanza di ogni tipo di collaborazione da parte di Neri ci sembra impresa ardua. Dall’atteggiamento processuale dell’arrestato si capirà bene che seguito avrà l’inchiesta e lo stesso destino di Giuseppe Neri.

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