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Accoltellò moglie e figli ma è incapace di intendere: condannato “solo” per maltrattamenti 

Il meccanico che lo scorso anno tentò di uccidere moglie e figli a Cianciana è stato dichiarato incapace di intendere e volere ma sarà ricoverato per i prossimi 7 anni in una struttura sanitaria

Pubblicato 41 minuti fa



Sei anni e dieci mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e detenzione di un proiettile ma assoluzione dalle accuse di triplice tentato omicidio, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale poiché incapace di intendere e volere. Si conclude così il processo a carico di Daniele Alba, il meccanico trentaseienne che il 23 maggio dello scorso anno tentò di uccidere a coltellate la moglie e i suoi due figlioletti di sei e tre anni.

Lo ha disposto il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Sciacca, Dino Toscano. Alba – così come emerso dalla perizia dello psichiatra Maurizio Marguglio – al momento dei fatti era incapace di intendere e volere. Il giudice, che ha riconosciuto dunque uno stato di minorazione della facoltà psichica, ha disposto nei confronti dell’imputato (difeso dagli avvocati Luca Burgio e Maurizio Gaudio) il ricovero per i prossimi sette anni in una Rems (struttura sanitaria per autori di reato con disturbi mentali e socialmente pericolosi). A moglie e figli del meccanico  – che avevano chiesto un risarcimento di 200 mila euro tramite l’avvocato Carlo D’Angelo – è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro con il resto che sarà quantificato in sede civile. Altri mille euro sono stati riconosciuti all’associazione Gens Nova, rappresentata dall’avvocato Mauro Tirnetta. Il pm Burnella Fava, preso atto dell’incapacità di intendere e volere dell’imputato, aveva chiesto la condanna ad otto anni e otto mesi per il reato di maltrattamenti (il massimo per questa tipologia di reato).

Il 23 maggio 2024 è un giorno che la piccola comunità di Cianciana ricorda molto bene. Alba, al culmine di una lite avvenuta in un appartamento nei pressi di piazza Puccini, accoltellò prima la moglie per poi scagliarsi contro i figli di 6 e 3 anni. Mamma e figlio riuscirono a fuggire nonostante le ferite mentre la bimba rimase per barricata in casa col padre. Soltanto dopo alcune ore, grazie all’intervento di un negoziatore dei carabinieri, il meccanico liberò la bambina. Alba si consegnò ai carabinieri nel tardo pomeriggio di quella giornata di follia, rischiando di essere linciato dalla folla che nel frattempo si era radunata sotto casa. La moglie, che riportò ferite al volto e alle braccia, fu la prima ad essere dichiarata fuori pericolo. I bambini subirono invece delicati interventi: il più grande alla testa per l’estrazione della punta del coltello che, nella ferocia dell’aggressione, gli era rimasto conficcato nel cranio; la sorellina alla mandibola per ridurre le fratture provocate dal coltello. I piccoli, dopo ricoveri e cure, furono fortunatamente dichiarati non più in pericolo di vita. 

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