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Agrigento, cinque medici prosciolti dall’accusa di omicidio colposo

L’inchiesta, scaturita dalla denuncia dei familiari, riguarda la morte di una 63enne di Palma di Montechiaro

Pubblicato 1 anno fa

Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Lo ha disposto il tribunale di Agrigento nei confronti di cinque medici per i quali la Procura di Agrigento aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo. Si tratta del primario di urologia, Michele Ruoppolo; Gabriele Iacona, 41 anni, urologo, Valeria Vinci, 43 anni, rianimatrice, Salvatore Butticè, 35 anni, urologo, Angelo Pizzo, 43 anni, urologo. 

L’inchiesta, scaturita dalla denuncia dei familiari, riguarda la morte di Marianna Bellia, 63 anni di Palma di Montechiaro, avvenuta il 24 luglio 2018 all’ospedale “San Giovanni di Dio”. La donna viene accompagnata al pronto soccorso del nosocomio di Agrigento alle 6.30 del 23 luglio dalla figlia e dal genero in preda a forti dolori addominali, specie al fianco destro, conati di vomito e febbre alta. I sanitari comunicano che si tratta di una colica renale e l’ecografia all’addome rileva la presenza di un calcolo. Sembra una situazione di routine, anche perché inizialmente gli esami presentano valori nella norma. 

La signora Bellia alle 10.30 viene quindi ricoverata in Urologia con diagnosi d’ingresso “iperpiressia e litiasi uretrale”, ma le sue condizioni peggioreranno. Alle 21.35, in ragione del “grave stato ipotensivo”, dal reparto di Urologia richiedono una nuova consulenza al medico rianimatore, che questa volta rileva un quadro clinico “indicativo di stock settico” e finalmente si dispone il trasferimento in Rianimazione. Ma la donna non si riprenderà più.

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