Agrigento, una scuola nel bel mezzo della zona industriale: Cgil proclama stato di agitazione
“L’impropria sistemazione della scuola impedisce importanti investimenti delle aziende”
La FpCigil ha proclamato lo stato di agitazione del settore convocando un sit-in dei lavoratori delle aziende della zona industriale di Agrigento per lunedì 20 dicembre 2021, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, davanti la sede della Prefettura di Agrigento. La vicenda riguarda l’ormai noto problema della collocazione dell’Istituto Scolastico “Enrico Fermi” nel bel mezzo della zona industriale.
La nota della Cgil
“Nella Zona industriale di Aragona – Favara si sono insediate numerose Aziende che nel tempo hanno offerto occasioni di sviluppo e di occupazione nei vari settori della manifattura, della produzione industriale e dei servizi. Le scriventi organizzazioni sindacali rappresentano i lavoratori e sono interessate a tutelare i loro legittimi interessi, per questi motivi sono preoccupate per le voci di crisi aziendali che possono sfociare in una più generale crisi occupazionale. In particolare alcune imprese si trovano costrette a posticipare importanti investimenti per la impropria localizzazione, fatta in un clima di emergenza, dell’Istituto Scolastico “Enrico Fermi”.Quella che doveva essere una scelta emergenziale transitoria è diventata, da molti anni, perdurante e, paradossalmente, impedisce l’esercizio legittimo delle attività di impresa proprio nel territorio dedicato dalle leggi all’esercizio delle attività industriali. Di recente alcune autorizzazioni per la Valutazione di Impatto Ambientale hanno evidenziato la possibilità di entrata in esercizio deli impianti a condizione che l’Istituto scolastico venga delocalizzato.L’incontro avvenuto con il Commissario del Libero Consorzio, dott. Vincenzo Raffo, non ha portato alla soluzione auspicata.Pertanto, alla luce di quanto esposto, le scriventi OO. SS. allo scopo di sollecitare le autorità competenti, ognuno per la propria parte, a dare tempestiva soluzione alla problematica sollevata per scongiurare la crisi irreversibile delle imprese che operano all’interno della zona industriale con il conseguente rischio per gli attuali livelli occupazionali.