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Appalti e tangenti, indagato l’onorevole Di Mauro: è lui “Mister X” 

Di Mauro indagato per l’appalto sulla rete idrica di Agrigento: la procura scopre le carte e preme sull’acceleratore disponendo accertamenti sui dispositivi sequestrati agli indagati

Pubblicato 6 ore fa

Ad Agrigento negli ultimi giorni non si è parlato di altro e la domanda ricorrente è stata una soltanto: chi è “mister X”? (termine lanciato da Grandangolo che ha raccontato in esclusiva l’inchiesta). Oggi – ancora in assoluta esclusiva – siamo in grado di rivelare l’identità del famoso “omissis”, il cui nome è stato cautamente tenuto in segreto per evidenti ragioni investigative.

Roberto Di Mauro, deputato regionale dell’Mpa e fino a qualche settimana fa assessore regionale all’Energia, è indagato nell’inchiesta della procura di Agrigento che ipotizza un giro di tangenti e appalti pilotati. Le ipotesi di reato contestate all’onorevole sono associazione a delinquere ma anche turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture. Questi ultimi due reati sono contestati in concorso – con il suo segretario particolare Giovanni Campagna, l’imprenditore e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi e l’architetto ed ex dirigente dell’ufficio tecnico di Licata Sebastiano Alesciper l’appalto di oltre 37 milioni di euro relativo al rifacimento della rete idrica di Agrigento.

Assumono adesso valore diverso le dimissioni da assessore regionale preannunciate da Di Mauro nel marzo scorso e divenute reali il mese succesivo. La decisione di dimettersi e l’attività della Procura evidenziata con gli atti oggi divenuti pubblici potrebbero avere un nesso diretto.

La Procura di Agrigento – con il procuratore capo Giovanni Di Leo ed il sostituto Rita Barbieri – scopre le carte e preme sull’acceleratore disponendo accertamenti tecnici irripetibili su tutti i dispositivi e i supporti informatici sequestrati agli indagati nel corso del blitz della Squadra mobile culminato lo scorso 14 maggio con l’arresto di cinque persone. Nel provvedimento, inoltre, viene anche contestata una nuova accusa di ricettazione all’ingegnere Vittorio Giarratana, 52 anni, dirigente comunale di Ravanusa: nella perquisizione, infatti, i poliziotti hanno rinvenuto all’interno della sua abitazione oltre 50 mila euro in contanti.

Nella giornata di domani verrà affidato l’incarico a due periti che si occuperanno di estrapolare i dati dai dispositivi ritenuti – evidentemente – un punto di svolta nelle indagini. 

TUTTI GLI INDAGATI

Roberto Di Mauro, 69 anni, di Agrigento; Maurizio Giuseppe Falzone, 63 anni, di Licata, dirigente del settore lavori pubblici del Libero Consorzio di Trapani; Federica Caramazza, 36 anni, di Favara; Diego “Dino” Caramazza, 44 anni, di Favara; Rosaria Bentivegna, 67 anni, avvocato di Catania; Antonio Belpasso, 38 anni, di Catania; Sebastiano Alesci, 67 anni, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Licata; Carmela Moscato, 65 anni, di Favara; Luigi Sutera Sardo, 68 anni, ex consigliere provinciale ed ex assessore del comune di Favara; Alessandro Vetro, 45 anni, di Favara; Alessandro D’Amore, 56 anni, di Matino provincia di Lecce; Vittorio Giarratana, 52 anni, di Ravanusa, dirigente del settore lavori pubblici del comune di Valguarnera; Giovanni Campagna, 46 anni, di Ravanusa, segretario particolare dell’ex assessore regionale Roberto Di Mauro; Giuseppe Capizzi, 38 anni, imprenditore e sindaco di Maletto.  

LE ACCUSE A DI MAURO -RETE IDRICA

Roberto Di Mauro, insieme all’architetto Sebastiano Alesci, 66 anni, all’imprenditore e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi di 38 anni e Giovanni Campagna, 46 anni, segretario particolare di Di Mauro, è accusato in concorso con gli altri tre di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture. Secondo la Procura Di Mauro e gli altri tre avrebbero fatto sì che fosse costituito il consorzio di imprese Della organizzando la partecipazione alla gara e la relativa aggiudicazione dei lavori, con la complicità di Alesci e di altri pubblici funzionari agrigentini presentando un’offerta con un ribasso di oltre il 30% inidonea ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori e senza in realtà avere i requisiti economici e di organizzazione aziendale per affrontare un lavoro come la ristrutturazione ed automazione della rete idrica di Agrigento. Secondo gli inquirenti Alesci, come componente della commissione di gara ha attribuito i punteggi alle offerte economiche presentate, Capizzi invece si era rifiutato di fornire al direttore dei lavori la documentazione prevista perché in quel momento era sottoposto ad una misura interdittiva (per un’altra vicenda di corruzione nel Messinese, ndr) e omettendo la predisposizione di qualsiasi organizzazione di cantiere fino al mese di aprile del 2025 in attesa dell’erogazione della tranche iniziale del finanziamento e predisponendosi con Campagna e con la mediazione di Di Mauro per l’avvio dei lavori in grave ritardo e a mezzo di subappalti di fatto non autorizzati. In sostanza le accuse ai quattro è di avere alterato la procedura di aggiudicazione dei lavori predisponendosi anche per una frode in pubbliche forniture operata attraverso la effettuazione di lavori parziali e a mezzo di subappalti non autorizzati in violazione delle norme di lavoro e sicurezza.

ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE

Di Mauro è accusato anche di associazione per delinquere insieme a Sebastiano Alesci, all’imprenditore Dino Caramazza, alla sorella di quest’ultimo Federica Caramazza, alla madre dei due Carmela Moscato, all’altro imprenditore Luigi Sutera Sardo e a Vittorio Giarratana. Per la Procura di Agrigento Alesci e Di Mauro, insieme agli altri hanno costituito e comunque fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata al reperimento e alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche provenienti dalla Regione mediante la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione e la concussione attraverso meccanismo di spartizione dei pubblici appalti, degli incarichi di progettazione e di quelli amministrativi connessi ai finanziamenti gestiti della Regione ed in particolare dall’assessorato all’Energia (del quale Di Mauro fino al mese scorso era l’assessore regionale), alla progettazione e di affidamento di servizi fondati sulla proprietà di imprese compiacenti e su una capillare opera di corruzione e di condizionamento di progettisti, pubblici funzionari, dirigenti di enti locali, assessorati, organismi d’ambito territoriale e determinando anche l’individuazione delle stazioni appaltanti e comunque operando per mantenere Alesci o tecnici compiacenti nel ruolo di Rup nonché di assicurare a Di Mauro direttamente o a suoi patrocinati appoggio politico interno delle amministrazioni comunali e degli enti territoriali della provincia di Agrigento.

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