Canicattì, non furono lesioni ma omicidio preterintenzionale: condannato
Condanna confermata anche in secondo grado
La Corte di Assise di Appello di Palermo, confermando la sentenza di primo grado del tribunale di Agrigento, ha disposto la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione nei confronti di Giuseppe Cutaia, 32enne di Canicattì, per omicidio preterintenzionale per aver causato la morte di Giuseppe Cacciatore, 46 anni.
La vicenda risale all’estate 2015 quando il ragazzo, a margine di un incontro per risolvere una diatriba precedente avuta con il figlio del 46enne, colpì con alcuni pugni al volto l’uomo che morì immediatamente dopo. In un primo momento gli inquirenti indagarono per l’ipotesi di reato di lesioni personali nella convinzione che non ci fosse una relazione tra la colluttazione avvenuta e la morte dell’uomo che, secondo la prima attività di indagine, sarebbe stata causata da sindrome coronarica acuta. Una tesi che non ha convinto del tutto il Pm Paola Vetro che, una volta ereditato il fascicolo d’inchiesta, ha disposto nuove indagini al termine delle quali si è proceduto alla nuova contestazione di omicidio preterintenzionale.
La Procura ha sostenuto, trovando conferma sia nel giudizio di primo grado che adesso anche in quello di Appello, che il 46enne sarebbe deceduto a causa dell’“increzione di ormoni catecolaminici che sviluppava una sindrome coronarica acuta”. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Gibilaro e Guadagnino, annunciano il ricorso in Cassazione.