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Canicattì, tentato omicidio Curto: “Il fratello della vittima ha subito pressioni”

Battute finali del processo a carico del canicattinese Gianluca Scaccia, pastore finito sul banco degli imputati con la grave accusa di aver tentato di uccidere il “rivale” in amore Vincenzo Curto la sera del 22 giugno 2017 in una zona periferica del paese.  Questa mattina, dopo diversi tentativi andati a vuoto e grazie all’accompagnamento coattivo […]

Pubblicato 4 anni fa

Battute finali del processo a carico del canicattinese Gianluca Scaccia, pastore finito sul banco degli imputati con la grave accusa di aver tentato di uccidere il “rivale” in amore Vincenzo Curto la sera del 22 giugno 2017 in una zona periferica del paese. 

Questa mattina, dopo diversi tentativi andati a vuoto e grazie all’accompagnamento coattivo da parte dei carabinieri, si è presentato in aula il fratello della vittima del tentato omicidio. La sua deposizione non è stata affatto semplice con tanto di diversi richiami e ammonimenti da parte del presidente del collegio di giudici – Gianfranca Claudia Infatino – che a più riprese ha ricordato al teste di essere sotto giuramento. 

Tanti i “non ricordo” usati come risposta alle domande del presidente e del pm Alessandra Russo che rappresenta in aula l’accusa. 

Per questo motivo, su richiesta del pm, la Corte ha accolto la richiesta di acquisire direttamente le dichiarazioni rese dal fratello della vittima alle forze dell’ordine il giorno seguente la sparatoria in cui è rimasto ferito il fratello. L’ordinanza disposta dal giudice scaturisce da possibili pressioni, o comunque da un condizionamento, che il teste avrebbe subito.

Al termine dell’udienza è stata chiusa l’istruttoria dibattimentale con l’invito alle parti a discutere. La requisitoria del pm e l’arringa difensiva dell’avvocato Angela Porcello si svolgeranno contestualmente il prossimo 2 dicembre.

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