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“Caput Silente”, colpo alla mafia di Enna: 30 arresti

Mafia, droga ed estorsioni: scatta l'operazione "Caput Silente"

Pubblicato 4 anni fa

Blitz antimafia in provincia di Enna. All’alba la polizia di Stato, con oltre 200 uomini, ha eseguito 30 provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, per associazione per delinquere di stampo mafioso aggravata dall’uso delle armi, estorsioni, danneggiamenti, traffico di stupefacenti. Il gruppo criminale, appartenente a Cosa nostra di Enna, agiva in prevalenza nell’area nord della provincia, cercando di imporre il pagamento del pizzo e controllando, in regime di monopolio, il mercato della droga.

I nomi: Gianluca Barone, 45 anni nato a Catania; Sandro Berti, 48 anni, di Catania; Antonino Cali’, 26 anni di Leonforte (EN); Natale Cammarata, 41 anni di Leonforte; Giovanni Castorina, 20 anni di Catania; Gaetano Cocuzza, 34 anni di Leonforte; Angelo Costanzo, 30 anni di Catania; Danilo Demetrico, 39 anni di Leonforte; Alex Fiorenza, 39 anni di Leonforte, Simon Fiorenza, 26 anni di Leonforte; ; Alessio Gallo, 32 anni di Catania; Antonio Giunta, 45 anni di Leonforte; Nicola Giuso, 46 anni di Leonforte; Salvatore Ilardi, nato a Leonforte, 35 anni, Salvatore La Delia, di Enna, 70 anni, Antonino Lo Grande, di Leonforte, 26 anni, Victor Andrea Junior Mangano, nato a Catania, 30 anni, Salvatore Mauceri, nato a Leonforte, 51 anni, Alfio Nicolosi, nato a Catania, 47 anni, Mario Pastura, nato a Catania, 52 anni, Pietro Piccione, nato a Enna, 27 anni, Salvatore Piccione, nato a Leonforte, 24 anni, Umberto Pirronitto, nato a Leonforte, 46 anni, Carmelo Privitera, nato a Catania, 55 anni, Giuseppe Puglisi nato a Catania,35 anni, Maurizio Rizzo, nato ad Enna, 53 anni, Fabio Severino, nato ad Enna 51 anni, Carmelo Straniero, nato a Militello Val di Catania, 50 anni, Giovanni Nicolo’ Straniero, nato a Catania, 30 anni, Francesco Trovato, nato a Leonforte, 29 anni, Salvatore Virzi’ nato a Leonforte, 28 anni. Arresti domiciliari per Nunzio Ferragosto, 46 anni di Enna e Antonino Gagliano, 61 anni di Leonforte.

Nel corso dell’attivita’ investigativa e’ stato evitato un omicidio e sono state sequestrate ingenti quantita’ di sostanze stupefacenti e armi da fuoco. Particolarmente significativa questa operazione sviluppatasi sul territorio di Enna, zona tradizionalmente ritenuta neutra e sicura dai capi di Cosa nostra che proprio qui tennero la riunione della Commissione che decise la strage di Capaci.

L’attivita’ investigativa trae origine dall’operazione denominata “Homo Novus” che nel 2014 aveva colpito la famiglia mafiosa guidata da Giovanni Fiorenza e dai figli. Adesso gli uomini della Squadra mobile di Enna e del commissariato di Leonforte hanno condotto le indagini per oltre un anno e mezzo mettendo in evidenza come i figli di Fiorenza, sebbene reclusi in carcere, abbiano diretto la cosca dando precise disposizioni e direttive, anche con missive. Il gruppo criminale smantellato oggi, ha cercato di assicurarsi il controllo del territorio mediante l’imposizione agli imprenditori locali della messa a posto e di gestire in regime di monopolio il traffico delle sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina. Innumerevoli le cessioni di stupefacente verso gli acquirenti e diversi gli episodi di danneggiamento, tra i quali spiccano quelli ai danni di imprenditori appartenenti anche alla locale associazione antiracket e quelli di due poliziotti in servizio presso la Squadra di Polizia giudiziaria del commissariato di Leonforte.

Le modalita’ della maggior parte dei danneggiamenti e’ consistito nel taglio delle gomme delle auto e nell’incisione della carrozzeria mediante solchi raffiguranti crocifissi. A un imprenditore sono state recapitate buste da lettera contenenti due proiettili con la richiesta del pagamento di un’ingente somma di denaro. Accertate anche le responsabilita’ dei fornitori all’ingrosso di stupefacenti, tutti di base a Catania. Per quanto riguarda il racket delle estorsioni, l’associazione mafiosa dei Fiorenza ha tentato di sottoporre la totalita’ dei commercianti e degli imprenditori al pagamento di piccole somme a titolo di protezione. Al fine di evitare contatti diretti le comunicazioni venivano effettuate attraverso l’uso dei ‘pizzini’, recapitati per mezzo di uomini di fiducia liberi sul territorio. Nell’aprile del 2019 era stata presa la decisione di uccidere uno spacciatore locale che risultava debitore insolvente di proventi legati all’attivita’ di spaccio e per punirlo in quanto cercava di contrastare il regime di monopolio nel traffico imposto dall’organizzazione.

Solo l’intervento della polizia lo ha impedito: i poliziotti hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione di uno degli affiliati rinvenendo, murata in un lavello all’interno del garage sottostante, una pistola semiautomatica 9×21 che sarebbe servita per compiere il delitto. Nel corso dell’attivita’ investigativa, gli uomini della Polizia di Stato hanno arrestato 16 persone in flagranza di reato e sequestrato ingenti quantita’ di sostanze stupefacenti. All’esito delle indagini i magistrati hanno avanzato richiesta di misura cautelare al gip il quale ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 indagati.

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