Domenico Blando, dall’arresto con Brusca ai contatti con politica e imprenditoria
Dall’inchiesta sul clan di Villaseta emerge un certo attivismo di Blando, arrestato insieme a Brusca a Cannatello: l’appalto a Ravanusa, i contatti con gli onorevoli e spunta anche il nome di Di Mauro
Sebbene l’attività investigativa sia ormai conclusa da tempo (almeno per quanto è dato sapere pubblicamente) la maxi inchiesta sui clan mafiosi di Villaseta e Porto Empedocle continua a regalare colpi di scena. Un altro personaggio certamente interessante, coinvolto nella stessa inchiesta sui clan di Villaseta e Porto Empedocle ma per un parallelo vasto traffico di stupefacenti in provincia di Agrigento, è certamente Domenico Blando. Originario di Favara, 68 anni, è noto ai più per essere stato il favoreggiatore dell’ultimo periodo di latitanza di Giovanni Brusca, venendo arrestato insieme al “boia di Capaci”, nella villetta di via Papillon a Cannatello nel maggio 1996. Nel maxi rapporto dei carabinieri, depositato nelle scorse settimane negli atti del processo a carico dello stesso e di altri cinquanta imputati, emerge un certo attivismo imprenditoriale di Blando e diversi contatti con esponenti politici. Quanto verrà raccontato di seguito (che non rappresenta la totalità degli episodi di interesse ma solo una parte. Del resto vi daremo conto nei prossimi giorni) non ha avuto (almeno ad oggi) sviluppi investigativi di rilievo penale ma certamente ne descrive il contesto.




