“Estorsione ai dipendenti di una coop sociale”: chiesto sequestro beni per una delle imputate
L'inchiesta “Stipendi Spezzati” sulla cooperativa sociale Suami Onlus di Licata
E’ ripresa questa mattina l’udienza preliminare nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio – avanzata dal pm Gloria Andreoli – nei confronti di sei persone coinvolte nell’inchiesta “Stipendi Spezzati” sulla cooperativa sociale Suami Onlus di Licata.
Due degli imputati – Salvatore Lupo, ucciso lo scorso ferragosto all’interno di un bar di Favara, e Rosa Sferrazza, già amministratrice della coop – sono deceduti e il giudice ha dichiarato per loro l’estinzione processo per morte del reo. Il gup Stefano Zammuto ha altresì ammesso la costituzione di parte civile di tutti gli ex dipendenti della cooperativa sociale. Tra le persone offese – ventidue in tutto – anche l’Inps di Agrigento.
L’avvocato della parte civile Angelo Farruggia ha anche chiesto il sequestro conservativo di numerosi immobili intestati a Maria Barba, ex moglie di Lupo, e di una polizza assicurativa di 300 mila euro evidenziando che dopo le misure cautelari i beni sono stati fatti confluire in un fondo patrimoniale in modo da non potere essere attaccati dai creditori. Gli avvocati della donna , rappresentata dagli avvocati Francesco Accursio Mirabile e Giuseppe Barba – hanno chiesto un termine al giudice per poter esaminare la richiesta di sequestro dei beni. Su questa circostanza si pronuncerà il giudice Zammuto il prossimo 11 gennaio quando scioglierà la riserva.
Sul banco degli imputati siedono anche: Caterina Federico, 38 anni di Licata; Veronica Sutera Sardo, 34 anni di Agrigento; Linda Modica, 54 anni di Licata. Le accuse sono associazione a delinquere ed estorsione. Secondo la ricostruzione accusatoria avrebbero assunto i dipendenti della cooperativa sociale imponendogli una retribuzione non adeguata, o comunque inferiore, alle prestazioni lavorative obbligandoli in seguito ad aprire conti correnti e consegnare pin e bancomat in modo da consentire l’accredito dell’intera somma e provvedere poi al prelevamento del denaro contante.
L’inchiesta è una costola del blitz “Catene Spezzate” – eseguito nel 2015 – che lo scorso maggio ha portato al rinvio a giudizio di otto persone per maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti di alcuni disabili ospiti della cooperativa. Nel collegio difensivo anche gli avvocati Domenico Russello, Raffaele Bonsignore, Salvatore Manganello, Salvatore Pennica, Alfonso Neri e Graziano Magliarisi.