Il clan e la violenza contro spacciatori e debitori: “Hai due giorni perchè ti faccio fare un buco in fronte”
Il controllo del territorio era capillare e le conseguenze per coloro i quali non rispettavano la “linea” dettata dalla nuova alleanza tra i clan di Porto Empedocle e Villaseta erano drastiche
Il controllo del territorio era capillare e le conseguenze per coloro i quali non rispettavano la “linea” dettata dalla nuova alleanza tra i clan di Porto Empedocle e Villaseta erano drastiche. Nessuna tolleranza per i pusher che si muovevano in autonomia. Per gli spacciatori che operavano sul territorio non vi era altra scelta se non quella di acquistare lo stupefacente o dai “marinisi” o dai “villasetani” in base alla zona di influenza. Chi non stava alle regole – o non pagava debiti – subiva pesanti ritorsioni: minacce di morte, macchine bruciate, attentati alle abitazioni o alle attività commerciali a loro riconducibili.
Lo scenario, caratterizzato da un uso spregiudicato di armi e violenza, emerge con forza dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo sfociata nelle scorse ore con i 13 fermi in un nuovo blitz dei carabinieri (il terzo nel giro di sei mesi) contro le cosche di Villaseta e Porto Empedocle. L’attività investigativa dei carabinieri è riuscita a documentare la pericolosità dei due gruppi che, dopo iniziali frizioni, avevano stretto una vera e propria alleanza. I vertici dei due clan, dunque, avevano stabilito le nuove regole del mercato degli stupefacenti dividendo piazze di spaccio, gestendo una cassa comune e scambiandosi uomini e armi qualora ci fosse stato il bisogno di intervenire. E sono diversi gli episodi (non tutti denunciati) che gli investigatori – grazie ad intercettazioni e pedinamenti – sono riusciti a documentare.
È il caso degli avvertimenti che il clan ha lanciato nei confronti di un ristoratore empedoclino bersaglio di più ritorsioni per un debito pregresso. In meno di un mese – tra settembre e ottobre 2024 – vengono esplosi almeno dieci colpi di arma da fuoco contro la sua abitazione, contro il ristorante del fratello e gli viene incendiata anche la macchina. Nel novembre 2024, invece, è un pusher empedoclino a finire nel mirino del clan. L’uomo era accusato non soltanto di non aver chiesto l’autorizzazione a spacciare ma anche di rifornirsi da altri canali di approvvigionamento. La punizione non è tardata ad arrivare e, dopo alcune minacce, gli è stata bruciata l’auto.
Nel dicembre 2024 vengono messe a segno intimidazioni nei confronti di altri due spacciatori empedoclini. Uno di loro, in particolare, aveva cercato di comprare lo stupefacente da un altro fornitore e non aveva pagato un debito maturato in precedenza. Dopo continue minacce di morte (“Hai due giorni perchè ti faccio fare un buco in fronte” oppure “Ora ti sistemo io per le feste natalizie, Gesù bambino nasce a Dicembre mentre tu muori”) il clan passa all’azione il 13 dicembre e spara diversi colpi di pistola contro l’abitazione del pusher. Il raid non verrà mai denunciato.