Politica

Il viadotto Morandi riaprirà (forse) nel 2027, Carmina: “Inaccettabile”

Lo dichiara in una nota la deputata del Movimento Cinque Stelle, Ida Carmina

Pubblicato 1 giorno fa

“Per la normale viabilità degli agrigentini, le ultime notizie che arrivano dai vertici di Anas hanno un retrogusto amarissimo per i cittadini della nostra provincia. Per la riapertura del Viadotto Morandi ad Agrigento e lo svincolo di Maddalusa, due opere eternamente incompiute, i tempi si dilatano ulteriormente: 2026, se tutto va bene, o addirittura 2027, con un danno incalcolabile per la mobilità e per l’economia del territorio. Siamo al disastro annunciato.” Lo dichiara in una nota la deputata del Movimento Cinque Stelle, Ida Carmina.

“Lo avevo denunciato pochi giorni fa, dopo che il Ministro Salvini e il Presidente Schifani hanno tagliato il nastro del Ponte San Giuliano sulla Agrigento-Caltanissetta, lanciando proclami su un presunto “risveglio infrastrutturale” e sulla “modernità e sviluppo” delle due province siciliane. Ebbene, oggi – dopo le mie interrogazioni parlamentari e le continue sollecitazioni ad Anas sul Viadotto Morandi e sullo Svincolo di Maddalusa – le notizie sono semplicemente sconfortanti e inaccettabili. Sul Viadotto Morandi, apprendiamo da Anas che il primo lotto (Akragas 1) sarà pronto solo nel 2026, se tutto procederà senza ulteriori intoppi. Il secondo lotto, invece, non sarà completato prima della seconda metà del 2027. È l’ennesima beffa per gli agrigentini, dopo i proclami dei rappresentanti del Governo che avevano assicurato la riapertura almeno parziale nel 2025, in occasione di Agrigento Capitale della Cultura. Ancora più grave la situazione dello svincolo di Maddalusa, chiuso da anni. Gli automobilisti, per percorrere pochi metri, sono costretti a fare una pericolosa gimcana sulla statale. I lavori, ci viene detto, dovrebbero ripartire dopo l’estate, previa approvazione di una nuova perizia di variante, e concludersi a giugno 2026. Ma questi continui rinvii fanno sorgere legittimi dubbi sull’effettiva volontà di portare a termine l’opera. Desidero ricordare che su questi temi ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture Salvini a novembre 2024, alla quale non è mai stata data risposta. Troppo concentrati sul Ponte sullo Stretto, mentre interi territori siciliani da oltre dieci anni rivendicano semplicemente il diritto a transitare su strade normali, sicure e funzionali. Il popolo agrigentino, per il centrodestra al governo, sembra non contare nulla: solo un granaio elettorale da cui attingere consenso, senza mai dare in cambio infrastrutture degne di questo nome.

Gli agrigentini non possono più tollerare questi ritardi e questi rinvii. I vertici di Anas, sia regionali che nazionali, così come il Presidente del Consiglio Meloni e il Presidente della Regione Schifani, hanno il dovere di attivarsi immediatamente, affinché il territorio agrigentino non venga discriminato rispetto al resto d’Italia. Ogni ulteriore ritardo – altri due anni di attesa – si tradurrà in un ulteriore spopolamento, un crollo dell’economia locale, del turismo, dell’occupazione. E tutto ciò ha responsabilità precise. A cosa serve il Ponte sullo Stretto, se le strade di collegamento interno sono un colabrodo? Gli agrigentini meritano di più.”

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