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“In aumento la durata dei processi”, la relazione del Tribunale di Agrigento

"In aumento la durata media dei processi di competenza del giudice monocratico mentre si registra una contrazione nei processi collegiali"

Pubblicato 2 anni fa

Si è celebrata ieri l’inaugurazione dell’anno giudiziario con la relazione del presidente della Corte di Appello di Palermo Matteo Frasca. Un documento che contiene anche i dati estrapolati dai vari tribunali che ricadono nel distretto palermitano tra cui quello di Agrigento. Questa la relazione del presidente del tribunale di Agrigento, Pietro Maria Falcone, nell’ambito dell’andamento della giustizia nella sezione penale. 

LA RELAZIONE 

L’attività giurisdizionale penale svolta innanzi ai giudici del Tribunale e della Corte di Assise evidenzia l’assoluta immanenza e pericolosità del fenomeno criminale mafioso, nonostante i notevoli sforzi posti in essere dalla attività delle forze dell’ordine, con particolare riferimento al significativo intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri e, con riferimento prevalente alla criminalità economica, da parte della Guardia di Finanza. Per quanto concerne il settore del dibattimento monocratico, nel periodo in esame le pendenze sono passate da n. 3.512 a n. 3.464 processi. In particolare, a fronte della sopravvenienza di n. 2.053 procedimenti si è registrato un consistente aumento dell’attività di smaltimento rispetto all’anno precedente; infatti, sono stati definiti n. 2.101 processi rispetto ai n. 1.553 del periodo precedente. Nell’analizzare l’attività complessiva nell’indicato periodo di riferimento temporale non può non tenersi conto degli effetti a lungo termine dell’emergenza COVID-19 derivante dal blocco pressoché totale, tranne le previste limitate eccezioni, dell’attività giudiziaria dal 9/3/2020 al 31/5/2020 cui è seguita una graduale ripresa della stessa dopo il giugno dello scorso anno. Tanto premesso, appare opportuno evidenziare che– dall’1/7/2020 al 30/6/2021 – le due sezioni penali e le sezioni di Corte di Assise hanno complessivamente emesso n. 1.979 sentenze [collegiali e monocratiche] con un considerevole incremento, in termini statistici rispetto al precedente periodo di riferimento [1/7/2019-30/6/2020] in cui sono state complessivamente emesse n. 1.490 sentenze. Per quanto concerne, il dibattimento collegiale, grazie all’incremento della produttività [da n.81 a n.89] e nonostante un lieve aumento delle sopravvenienze [da n.51 a n.63], si registra un calo delle pendenze, passate complessivamente da n. 154 a n. 128 per le due sezioni. Malgrado le sfavorevoli contingenze sopra evidenziate nel periodo interessato, sono stati definiti vari processi collegiali e di Corte d’Assise, alcuni dei quali di notevole complessità. Nel periodo in esame i collegi delle sezioni del dibattimento penale non hanno definito nessun processo con sentenza di non doversi procedere per essersi il reato estinto per intervenuta prescrizione e solo 97 procedimenti nel settore del dibattimento penale si sono conclusi con una pronuncia di prescrizione, su un totale di 2.101 procedimenti definiti nel periodo. Un dato sicuramente negativo, cui dovrà porsi urgente rimedio nel prossimo periodo, è costituito dall’aumento della durata media dei processi di competenza del giudice monocratico [giunta a 675 giorni, a fronte dei 613 giorni nell’anno precedente], mentre si registra una contrazione nei processi collegiali [con una durata media di 770 giorni, a fronte di 949 giorni nell’anno precedente; cfr. modelli statistici ministeriali]. La durata ultratriennale di taluni processi, comunque, appare riconducibile, oltre che agli effetti negativi della emergenza Covid-19, anche all’elevato turnover dei giudici togati e a situazioni contingenti, quali i prolungati congedi per maternità di ben due giudici della prima sezione penale. Con riferimento alle misure di prevenzione va osservato che nel periodo di riferimento si è progressivamente ridotta la pendenza di procedimenti atteso che, a seguito della recente riforma, non sono pervenute ulteriori proposte nel periodo. In ordine ai giudizi di competenza della Corte di Assise si rileva che i medesimi giudici che compongono le due sezioni penali del Tribunale, oltre a svolgere funzioni di giudice monocratico, compongono, altresì, le tre Corti di Assise che operano presso questo Tribunale. Nel periodo in esame, sono stati definiti 4 procedimenti, sicché risultano, allo stato, pendenti n. 3 procedimenti rispetto ai n.7 dell’anno giudiziario precedente. Va rilevato, facendo breve cenno alle problematiche di maggiore rilievo che hanno interessato le pendenze delle sezioni penali del Tribunale, il sensibile incremento delle sopravvenienze riguardanti procedimenti per i reati a danno delle cosiddette ” fasce deboli” [atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ecc.] reati alcuni dei quali di recente passati dalla competenza monocratica a quella collegiale. Numerosi sono i processi fissati sul ruolo di entrambe le sezioni, spesso con detenuti, in materia di abusi sessuali [ex artt. 609 bis e ss. c.p.], di sovente in danno di minori, frutto anche di violenze consumate all’interno dei nuclei familiari, nonché in materia di reati connessi al fenomeno della immigrazione clandestina, commessi ex art. 12 D. L.vo n. 286/98 dai c.d. scafisti, di cui il nostro Ufficio giudiziario è spesso investito atteso che proprio in questo Circondario ricade il Comune di Lampedusa e Linosa che, come è noto, costituisce uno dei principali approdi della cd. rotta africana della migrazione epocale verso il continente europeo. Sono stati peraltro trattati diversi processi, quasi tutti con detenuti, nei quali soggetti imputati di avere condotto imbarcazioni in acque internazionali erano spesso gli stessi migranti o comunque soggetti che non sembrano direttamente legati e/o alle dipendenze delle organizzazioni criminali che gestiscono tali traffici. Inoltre, sui ruoli delle sezioni penali incide la pendenza di processi per i reati di cui all’art. 416 bis C.P., nonché per i connessi reati relativi all’operatività di agguerrite e radicate associazioni per delinquere di stampo mafioso nel nostro territorio, quali estorsioni aggravate dal metodo mafioso, minacce, danneggiamenti. I detti processi, provenienti dalla DDA di Palermo, riguardano quasi sempre imputati detenuti. Sui ruoli delle sezioni penali sicuramente incide altresì la pendenza di numerosi e complessi processi per reati contro la P.a, spesso nei confronti di numerosi imputati. Tra i processi di competenza del giudice monocratico, risultano numerosi quelli relativi ai delitti commessi verso le cd. fasce deboli e/o all’interno di gruppi familiari, quali quelli previsti dagli artt. 570, 572 e 612 bis c.p. [spesso in concorso con altri vari delitti contro la persona, variamente aggravati, quali 582, 612, etc.]. Si segnala, inoltre, che altri non indifferenti filoni sono legati sempre al fenomeno della immigrazione clandestina [delitti ex artt. 495, 495 ter, 496 c.p.], oppure alle violazioni delle misure di prevenzione [in particolare i delitti di cui all’art. 75 D. L.vo n. 159/11]. Sui ruoli del Tribunale monocratico pendono inoltre numerosi processi per omicidio colposo [ex art. 589 c.p.] sia quale conseguenza di sinistri stradali che di incidenti sul lavoro, nonché di cd. colpa medica. Per quanto attiene, infine, all’attività dell’ufficio gip-gup nel periodo in esame sono sopraggiunti 4402 procedimenti contro imputati noti. A seguito della definizione di n. 4669 procedimenti, si registra una riduzione delle pendenze, passate da n. 2.614 a n. 2.347 alla fine del periodo, con un calo percentuale di oltre il 10%. Il gravoso carico di lavoro dell’Ufficio GIP/GUP risulta riconducibile anche al recente incremento dell’organico della locale Procura della Repubblica. All’elevato numero delle sopravvenienze ha fatto riscontro un maggiore incremento delle definizioni da parte dell’Ufficio [risultano definiti 4.669 procedimenti nel periodo di riferimento a fronte dei 3.038 definiti nel periodo precedente].

L’anno di riferimento si è connotato essenzialmente per la trattazione di diversi procedimenti di cui alcuni hanno anche avuto eco nazionale in materia di flussi di immigrazione dal Nord Africa con procedimenti che hanno dovuto affrontare l’esegesi di diverse normative nazionali e internazionali in ordine alle responsabilità penali per il soccorso dei migranti in mare. Il fenomeno ha particolarmente interessato la sezione che si è fatta carico dei notevoli interessi tutelati ed ha adottato, non senza notevole pressione mediatica un indirizzo giurisprudenziale poi validato da pronuncia cautelare definitiva della Cassazione circa la gerarchia delle fonti di diritto sul tema. Nell’ultimo anno si registra una mutazione della tipologia di sbarchi non autorizzati sulla costa riferentesi ora essenzialmente a quelli provenienti dalla Tunisia. Sono inoltre stabili ma con numeri alti i casi di violenza intra familiare e i procedimenti per maltrattamenti in famiglia e per il reato di atti persecutori [art.612 bis c.p.] con numerosissime misure cautelari emesse. Tali condotte offensive non sembrano aver risentito della riforma legislativa della legge 19 luglio 2019 n.69 che ha aggravato la pena per i suddetti reati oltre ai limiti di durata delle misure cautelari relative. Rilevante anche il numero dei procedimenti per spaccio di stupefacenti.Si mantiene alta la percentuale di procedimenti per reati contro la p.A.. Continua il trend molto positivo sull’utilizzo dell’istituto della messa alla prova, soprattutto per i reati di guida in stato di ebrezza.”

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