Agrigento

Inchiesta “Fish&drug”: tre indagati fanno scena muta davanti al Gip

Risponde invece Alfonso Indelicato che invoca l'errore di persona

Pubblicato 3 anni fa

Tre indagati su quattro non rispondo al Gip, il quarto, attraverso i suoi legali paventa l’ipotesi di  un errore nell’individuazione della sa persona quale autori di reati.

E’ l’esito odierno degli interrogatori di garanzia svoltisi davanti al Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, firmatario della misura cautelare, nell’ambito dell’inchiesta “Fish&Drug” condotta dai poliziotti della Squadra mobile, del commissariato “Frontiera” di Porto Empedocle e della Capitaneria di porto, che ha portato agli arresti undici persone su un totale di 48 indagati.

Il favarese Salvatore Papia, 51 anni, residente a Favara già detenuto per altra causa (assistito dall’avvocato Salvatore Virgone e gli empedoclini Gaetano Volpe (in carcere) e Riccardo Volpe ( ai domiciliari con il braccialetto elettronico)  difesi rispettivamente dagli Remo Tripodo e Salvatore Fiore, hanno preferito non rispondere alle domande del Gip.

L’avvocato Tripodo in particolare, ha chiesto per il suo assistito detenuto una misura meno afflittiva, ossia la detenzione domiciliare, tenuto conto di numerosi fattori e tra questi la mancata attualità dei reati contestati.

Diversa posizione ha assunto Alfonso Indelicato, 49 anni, residente ad Agrigento, difeso dagli avvocati Pennica e Mirabile, che ha risposto alle domande del Gip Provenzano e ha pavantato l’ipotesi di un errore di persona.

Il dott. Provenzano si è riservato di decidere e continuerà con gli interrogatori di garanzia degli altri indagati.

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