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La faida Favara-Liegi, concluse le arringhe: sentenza l’8 giugno 

L'8 giugno è prevista la sentenza

Pubblicato 11 mesi fa

Battute finali del processo di Appello scaturito dall’inchiesta Mosaico, l’operazione della squadra mobile di Agrigento che ha fatto luce sulla cosiddetta faida Favara-Liegi, una lunga scia di sangue caratterizzata da omicidi ed agguati mancati sull’asse Sicilia-Belgio. Dopo le richieste della procura generale, che ha proposto la condanna di tutti gli imputati ma con qualche colpo di scena, la parola è passata agli avvocati della difesa. I legali hanno concluso le arringhe nella giornata di ieri. La Corte di Assise di Appello, presieduta dal giudice Angelo Pellino, ha rinviato l’udienza il prossimo 8 giugno. Per quella giornata è prevista l’eventuale replica dell’accusa ma, soprattutto, l’atteso verdetto. 

La procura generale, rappresentata dai magistrati Rita Fulantelli e Maria Teresa Maligno, ha chiesto di revocare la condanna all’ergastolo nei confronti di Antonio Bellavia e assolverlo per l’omicidio di Mario Jekelich e il tentato omicidio di Maurizio Di Stefano avvenuti nel settembre 2016 a Liegi. L’accusa ha chiesto nei confronti di Antonio Bellavia, 51 anni di Favara, la condanna a 14 anni di reclusione per i tentati omicidi di Carmelo Nicotra e Maurizio Di Stefano, nell’agguato del maggio 2017 in via Torino a Favara. Per i magistrati dell’accusa – in ordine all’omicidio Jakelich e il tentato omicidio Di Stefano in Belgio – non ci sarebbero indizi che confermerebbero la responsabilità di Bellavia ogni oltre ragionevole dubbio. Il pubblico ministero ha poi chiesto altre cinque condanne e, in particolare, la conferma della condanna all’ergastolo per Calogero Bellavia, 33 anni di Favara, per l’omicidio Jakelich e per il tentato omicidio Di Stefano; 14 anni di reclusione per Calogero Ferraro, ritenuto uno dei membri del clan Bellavia ed accusato del tentato omicidio di Carmelo Nicotra e Maurizio Distefano; 5 anni e 4 mesi per Carmelo Nicotra, scampato miracolosamente ad un agguato nel maggio 2017 in via Torino a Favara, ma che non ha mai collaborato con la giustizia e ha sempre nascosto l’identità dei suoi attentatori; 5 anni e 6 mesi per Gerlando Russotto (rispetto ai 6 anni inflitti in primo grado) in virtù della richiesta di assoluzione per un capo di imputazione relativo a detenzione e spaccio di droga; 1 anno (rispetto ai 2 anni e 4 mesi inflitti in primo grado) per l’imprenditore Salvatore Vitello in virtù della richiesta di assoluzione per l’imputazione di ricettazione. A quest’ultimo viene contestato il reato di incendio di un’auto aggravato dal metodo mafioso.

Nel collegio difensivo gli avvocati Michele Giovinco, Valerio Vianello Accorretti, Giuseppe Barba, Giovanni Rizzuti, Salvatore Cusumano, Samantha Borsellino e Angelo Farruggia.

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