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Licata, “società create ad hoc per truffare Inps”: 63 “salvati” da prescrizione

A distanza di 12 anni dai fatti i giudici hanno dichiarato la prescrizione dei reati per tutti i 63 imputati

Pubblicato 3 anni fa

Societa’ inesistenti create a tavolino con l’esclusiva finalita’ di truffare l’Inps? A distanza di 12 anni dai fatti i giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno dichiarato la prescrizione dei reati per tutti i 63 imputati. Erano accusati, a vario titolo, di aver creato appositamente delle società agricole di fatto inesistenti al fine truffare l’Inps ottenendo il rimborso per trattamento fine rapporto, indennità di malattia, disoccupazione e contributi per la pensione tramite l’assunzione fittizia di braccianti agricoli. I reati contestati risalgono al periodo 2010-2013. 

Sulla carta risultavano decine di assunzioni di braccianti che in realta’ servivano solo, una volta terminati i rapporti di lavoro “fantasma”, a incassare i soldi dell’indennita’ di disoccupazione ma non solo: i falsi posti di lavoro, sostiene l’accusa, servivano pure per incassare i contributi pensionistici e persino le indennita’ per malattie. Il pubblico ministero Antonella Pandolfi aveva concluso la requisitoria ritenendo che non tutti i reati fossero prescritti e proponendo condanne fra i 2 e i 7 anni di reclusione. I fatti risalgono al periodo compreso fra il 2010 e il 2013.

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