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Licata, usura e tentata estorsione: chiesto rinvio a giudizio per Antonino e Paolo Greco (ft)

I sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova hanno avanzato la richiesta di rinvio a giudizio  nei confronti di Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie conoscenze degli investigatori. La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 12 marzo davanti il gup […]

Pubblicato 4 anni fa

I sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova hanno avanzato la richiesta di rinvio a giudizio  nei confronti di Antonino e Paolo Greco, padre e figlio, rispettivamente di 49 e 22 anni, vecchie conoscenze degli investigatori.

La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 12 marzo davanti il gup del Tribunale di Palermo Ermelinda Marfia.

Le accuse mosse a padre e figlio sono usura e per il solo Antonino Greco anche un episodio di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Padre e figlio vengono fermati con relativo provvedimento dalla Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Giovanni Minardi, e dai colleghi del commissariato di Licata, agli ordini del commissario Sergio Carrubba (oggi a vertice della Digos di Agrigento), nel maggio scorso nell’ambito di una delicata inchiesta che ha scavato nel mondo dell’usura licatese.

Fermo che si rese necessario perché, qualche giorno prima, i due avrebbero imposto una sorta di ultimatum ad una loro vittima: o paghi entro il 12 maggio o avrai gravi conseguenze per te e i tuoi familiari”. La vicenda è oltremodo delicata e ha mostrato ancora una volta la scarsa collaborazione delle vittime di usura ed estorsione. 

Paolo Greco lo scorso 8 marzo, agendo con il volto coperto da passamontagna, aveva sparato alcuni colpi di pistola, una scacciacani modificato, contro poliziotti e solo l’intervento dei colleghi che agivano sotto copertura ha impedito gravi conseguenze. Per questo episodio procede la Procura di Agrigento e l’inchiesta viene seguita dal pm Alessandra Russo.

Il padre, Nino Greco aveva già avuto problemi con la giustizia ed in particolare era stato arrestato e condannato proprio per usura nell’ambito dell’operazione “Sciacallo”. Paolo Greco è difeso dall’avvocato Angela Porcello mentre il padre Antonino è rappresentato dall’avvocato Francesco Lumia.

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