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Mafia, Di Gati rivela: “A Favara c’erano 300 affiliati. Ora invece….”

L’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Agrigento con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, denominata “Mosaico” che ha radiografato ed individuato i clan contrapposti che hanno dato vita alla faida sull’asse Favara – Belgio (cinque omicidi ed altrettanti tentati omicidi) annovera tra le sue carte anche un recente interrogatorio del pentito per eccellenza […]

Pubblicato 3 anni fa

L’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Agrigento con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, denominata “Mosaico” che ha radiografato ed individuato i clan contrapposti che hanno dato vita alla faida sull’asse Favara – Belgio (cinque omicidi ed altrettanti tentati omicidi) annovera tra le sue carte anche un recente interrogatorio del pentito per eccellenza della mafia agrigentina: Maurizio Di Gati.

L’ex capo della mafia provinciale di Agrigento ed ex barbiere di Racalmuto ha reso dichiarazioni sui principali protagonisti della guerra tra bande (non dando, in verità, un contributo determinante) per poi soffermarsi sulla realtà mafiosa favarese che lui conosce molto bene per aver trascorso proprio a Favara sette dei suoi dieci anni di latitanza.

Lo spaccato che viene fuori è di pregio e stilizza la figura del mafioso favarese in modo efficace come quando afferma che a Favara i mafiosi cavalcano sempre il cavallo vincente tradendo gli amici ed alleati perdenti oppure quando ammette che voleva uccidere Giuseppe Sicilia e Antonio Massimino.

Negli articoli pubblicati dal settimanale Grandangolo le dichiarazioni più importanti di Di Gati e nelle pagine 2 e 3 le dichiarazioni integrali.

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