Mafia, sentenza Xidy: “Quaranta collaboratore di giustizia attendibile”
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono state ritenute “intrinsecamente attendibili, logiche e coerenti”
Il tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza di primo grado del processo scaturito dall’inchiesta Xidy, una indagine che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda in provincia di Agrigento. L’operazione portò all’arresto dei vertici delle famiglie mafiose di Canicattì, Favara e Ravanusa. Nel procedimento sono confluite anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, per un periodo braccio destro del boss Francesco Fragapane, nonché ex capo della famiglia mafiosa di Favara. Quaranta, che ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria dopo il suo arresto nell’operazione Montagna, è considerato una figura attendibile e credibile come già sancito da altre sentenze passate in giudicato.
Il gup del tribunale di Palermo, Paolo Magro, scrive così: “Le propalazioni accusatorie, dunque, oltre a provenire da una fonte “autorevole”, risultano intrinsecamente attendibili, perché logiche, coerenti, spontanee, prive di contraddizioni marchiane, alle quali non sono certamente assimilabili eventuali sviste o lievi discrasie e perché rese con consequenzialità logica nella narrazione di fatti che riguardano Buggea, Di Caro e Sicilia, i cui ruoli vengono messi correttamente e dettagliatamente in rilievo nel narrato del collaboratore, con esatti riferimenti territoriali. E ancora: “I rilievi che precedono, complessivamente valutati, impongono pertanto di attribuire sufficiente attendibilità intrinseca alle dichiarazioni rese da Quaranta, avuto anche riguardo al sovrabbondante riscontro estrinseco che si trae dalle captazioni, in cui — quanto dallo stesso affermato — trova pieno e definitivo riscontro.”