“Mi ha chiamato sporco neg..”, le accuse del cameriere accoltellato per uno sguardo
Sono tutti giovanissimi di Santa Margherita Belice (soltanto uno è di Montevago). Il più grande ha ventuno anni.
“Ma che ca.. ci guardi? Straniero di m… sporco negro..”. Sarebbero state queste le parole utilizzate da una ragazza che, infastidita per uno sguardo di troppo, ha chiamato in soccorso un gruppetto di amici. Poi l’aggressione nella pista da ballo: una bottigliata in testa, calci e pugni e infine anche tre coltellate alla schiena. A raccontare i particolari di una notte di ordinaria follia è la vittima del brutale pestaggio avvenuto lo scorso 13 luglio in un locale sulla spiaggia a Porto Palo di Menfi.
Si tratta di un giovane egiziano che, durante la stagione estiva, viene in Sicilia per lavorare come cameriere in un ristorante del posto. Sono state proprio le sue dichiarazioni, insieme a quelle di un altro paio di coraggiosi testimoni, a inchiodare i responsabili della feroce aggressione. Nove le persone arrestate questa mattina dai carabinieri con le accuse di rissa aggravata e porto illegale di armi. Sono tutti giovanissimi di Santa Margherita Belice (soltanto uno è di Montevago). Il più grande ha ventuno anni. Il gip Antonino Cucinella ha disposto per tutti, su richiesta del pm Alberto Gaiatto, i domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico.
Ma torniamo indietro a due settimane fa, a quella notte di follia. Il cameriere egiziano, ricoverato in prognosi riservata, racconta ai carabinieri di aver raggiunto il locale dopo aver finito di lavorare in compagnia di alcuni amici. Uno sguardo di troppo ad una ragazza nella pista da ballo sarebbe stata la miccia ad aver innescato l’aggressione. Poco dopo, infatti, il giovane è stato colpito alla testa con una bottiglia di vetro, preso a calci e pugni su ogni parte del corpo e colpito con tre coltellate alla schiena sferrate in rapida sequenza. A riscontro delle accuse della vittima anche quelle di alcuni testimoni che non si sono tirati indietro e hanno riconosciuto gli indagati in foto. Durante le perquisizioni scattate questa mattina sono stati rinvenuti nelle abitazioni degli indagati tirapugni, un bastone sfollagente, un coltello a serramanico e una pistola giocattolo priva di tappo rosso.
Le indagini dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sciacca – e delle Stazioni di Menfi e Santa Margherita Belice – non si fermano. Sono in corso, infatti, ulteriori attività per identificare eventuali altri complici e non soltanto. Un altro episodio è al vaglio della procura di Sciacca, guidata dal procuratore Maria Teresa Maligno, e degli investigatori: due mesi fa, a Santa Margherita di Belice, un giovane tunisino ospite di una delle tante comunità di accoglienza del Belice, è stato aggredito e picchiato selvaggiamente da un gruppo di giovani. L’ipotesi è che gli autori possano essere gli stessi.