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“Migrante travolto e ucciso a Villa Sikania”, no al patteggiamento: “Pena non congrua”

Per il giudice la pena non è congrua alla gravità e alla conseguenze del reato

Pubblicato 2 anni fa

“La pena finale non è congrua rispetto alla gravità del reato addebitato e alle conseguenze mortali e lesive che ne sono derivate”. Con questa motivazione il gup del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha rigettato la richiesta di patteggiamento di Alfonso Cumella, 35enne accusato di omicidio stradale nell’inchiesta sulla morte del migrante eritreo Sied Anwar, 20 anni, travolto nella notte fra il 3 e il 4 settembre dopo essere fuggito dal centro migranti di Villa Sikania a Siculiana. 

L’accordo raggiunto tra accusa e difesa era stato quantificato in un anno e dieci mesi di reclusione. Una pena non congrua per il giudice che ha rigettato il patteggiamento restituendo gli atti al sostituto procuratore Chiara Bisso. 

Accolta la richiesta avanzata dall’avvocato Leonardo Marino, in rappresentanza dello zio della vittima costituitosi parte civile, che si era opposto all’applicazione della pena poiché “svincolata da qualsivoglia parametro, non solo di legittimità, ma anche di ragionevolezza.” All’imputato viene contestato di non avere tenuto una condotta di guida prudente con particolare riferimento alla velocità e di non essersi fermato all’alt di tre poliziotti che stavano operando per fermare il migrante. Questi ultimi, rimasti feriti, si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Davide Ciccarello e Graziella Vella. 

La difesa di Cumella, rappresentata dagli avvocati Luigi Troja e Giacomo La Russa, aveva inoltrato richiesta di patteggiamento nel settembre scorso invocando il riconoscimento dell’attenuante (che prevede una considerevole diminuzione di pena) e sostenendo “come l’evento morte non possa affatto considerarsi quale esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione dell’imputato” alla luce delle considerazioni del consulente tecnico del pubblico ministero sulla posizione del cadavere. Anche questa circostanza è stata contesta dalla parte civile che ha invece sottolineato come “questo aspetto rimane uno dei vuoti dell’indagine che probabilmente solo l’istruttoria dibattimentale potrebbe far emergere.”

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