Agrigento

Operatore sanitario accusato di violenza sessuale: difesa presenta esposto in Procura

E il procuratore Patronaggio invita quanti a conoscenza di ulteriori episodi a denunciare

Pubblicato 4 anni fa

I Carabinieri della Stazione di Agrigento, insieme ai colleghi del Nucleo Operativo, hanno arrestato un operatore sanitario, specializzato in fisioterapia, poiché durante le sessioni di riabilitazione violentava pazienti con disabilità fisiche e psichiche.

Le indagini, svolte nelle ultime settimane con ausili tecnici audio/video, sono state minuziose ed attente: ci sono svariati episodi di violenza sessuale da valutare, ma la condotta posta in essere dall’uomo sembra essere inequivocabile: approfittando delle difficoltà fisiche, soprattutto mentali, durante i trattamenti di fisioterapia, assumeva atteggiamenti equivoci, sessualmente espliciti, fino a compiere veri e propri atti di violenza sessuale su quel materassino che non permetteva alle vittime di  ribellarsi. Durante l’ultima seduta, i militari sono piombati nello studio, allontanando l’operatore sanitario dalla donna, che nel frangente stava tentando di divincolarsi. Immediatamente arrestato, di concerto con l’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato condotto presso la sua abitazione, in regime di arresti domiciliari.Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica, dott. Luigi Patronaggio, e dal Sostituto Procuratore, Paola Vetro, proseguiranno ora per appurare altri episodi di violenza avvenuti all’interno dello studio.

LA NOTA DELL’AVVOCATO SCOZZARI

L’avvocato Giuseppe Scozzari, difensore dell’operatore sanitario fermato dai carabinieri con la grave accusa di violenza sessuale nei confronti di pazienti disabili, ha annunciato un esposto che sarà presentato alla Procura di Agrigento.  Questa la nota dell’avvocato Scozzari: “Con riferimento alla vicenda che nelle ultime ore è stata oggetto della conferenza stampa della Procura della Repubblica e dei Carabinieri di Agrigento preme ribadire – in qualità di difensore dell’indagato – quanto segue: ad oggi l’arresto non è stato convalidato e, soprattutto, non sono ancora stati resi noti i dettagli della vicenda che ha ad oggetto ipotesi di reato delicate che coinvolgono la vita familiare e professionale di un soggetto che non è ancora stato messo nelle condizioni di conoscere le accuse mosse nei suoi confronti; tutti gli atti del procedimento in fase di indagine sono coperti ex art. 329 c.p.p. dal segreto  istruttorio “fino a quando l’imputato non ne possa avere conoscenza e comunque non oltre la chiusura delle indagini preliminari”. Di tali atti è vietata ogni divulgazione anche parziale o per riassunto.Il divieto di divulgazione è insito nel segreto istruttorio, quindi non possono essere divulgati atti giudiziari, men che meno riproduzioni audio visive. Circostanze tutte ribadite anche dalla sentenza della Corte di Cassazione 20.01.15; Nell’ambito dell’indagine di cui al noto procedimento tali principi sono stati del tutto disattese e gli atti di indagine in aperta violazione del segreto sono stati oggetto di indebita divulgazione. Gli atti ancor prima di raggiungere l’indagato erano già stati divulgati in palese violazione del segreto istruttorio. Tanto la divulgazione di notizie segrete prima della notifica agli indagati di un atto di indagine (in specie video, foto e audio delle riprese effettuate dalla PG) costituiscono un illecito che, come tale può e deve trovare sanzione.Le condotte sopra descritte saranno oggetto di autonoma valutazione da parte del Procuratore della Repubblica.”

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