Agrigento

“Partecipazione e cambiamento” un’(auto) biografia politica della Sicilia scritta dall’on. Pumilia

Presentato al Circolo Empedocleo di Agrigento il saggio dell’on. Lillo Pumilia “Partecipazione e cambiamento”. Relatori, moderati da Maurizio Masone,  due “assi” della politica siciliana, gli onorevoli Lillo Mannino e Angelo Capodicasa che insieme all’autore hanno ricordato e spiegato  gli importanti risvolti e le significative implicazioni culturali ed economiche che si svilupparono tra gli anni Cinquanta […]

Pubblicato 5 anni fa

Presentato al Circolo Empedocleo
di Agrigento il saggio dell’on. Lillo Pumilia “Partecipazione e cambiamento”.

Relatori,
moderati da Maurizio Masone,  due “assi” della politica siciliana, gli onorevoli
Lillo Mannino e Angelo Capodicasa che insieme all’autore hanno ricordato e spiegato
 gli importanti risvolti e le
significative implicazioni culturali ed economiche che si svilupparono tra gli
anni Cinquanta e Settanta del Novecento. Si tratta di un complesso capitolo
della storia politica siciliana, illustrato da un testimone che l’ha vissuta
dal di dentro. 

Forte
dell’esperienza giornalistica maturata in gioventù nella redazione del
settimanale Sicilia Domani – l’on. Pumilia
estrae da quegli archivi le citazioni che arricchiscono il libro sostenute da
una lucida obiettività. Nel saggio, ricorda Pumilia (e con lui i relatori Mannino
e Capodicasa) democristiani, comunisti, socialisti, liberali – appaiono divisi su
tutto, ma condividono almeno la consapevolezza che l’azione politica deve
obbedire alla logica di un sano pluralismo, benché questo abbia spesso corso il
rischio di degenerare nel mero correntismo o in un tornacontistico
collateralismo.

Onorevole Pumilia, i relatori le
hanno riconosciuto un lodevole distacco e correttezza  nel raccontare queste vicende. Ma visto che
lei ha vissuto  da attore quel periodo
sicuramente ci avrà messo un po’ di espiazione.

“Ma certo, io sono cattolico,
pecco e poi mi pento e vengo assolto, quindi si espia ogni peccato”.

Nel libro, ma anche durante la
presentazione, lei ha voluto rimarcare 
fermamente che la storia della Democrazia Cristiana in Sicilia non è una
storia criminale. Non accadeva in quei tempi che circa una metà dell’Assemblea
Regionale fosse indagata come accade oggi. 
Perché?

“La storia della Democrazia
Cristiana in Sicilia è la storia di questa società. Dentro questa società è
esistita la mafia che ha inquinato la società e la politica, particolarmente
quella di governo, quella di chi ha avuto il potere. Rispetto alla mafia , per
anni e anni ci sono stati silenzi e connivenze da tutti gli ambienti, dal mondo
accademico, dal mondo della Chiesa, dal mondo della politica, dalla società
tutta che consideravano la mafia come uno degli elementi portanti, naturali di
questa società. Era un atteggiamento sbagliato ma così era”.

Il titolo del libro  utilizza la parola “partecipazione”. Che
confronto si può fare tra partecipazione di allora e quella di oggi? Del
cosiddetto popolo sovrano cosa può dirci?

“Oggi non c’è partecipazione,
oggi al popolo si chiede l’applauso e si danno al popolo alcuni messaggi,
dopodichè si chiede un riscontro di applauso, non lo si ascolta perché non c’è
nessuna sede di ascolto, non esiste alcun luogo, reale non quello del clik sul
computer,  Oggi la logica dei populisti
di tutte le epoche e di tutte le latitudini, è quella di parlare a nome di un
popolo che non viene assolutamente consultato”.

Quale valore oggi si è perso
maggiormente rispetto a quegli anni?

Intanto parto da una premessa.
Non bisogna mai rimpiangere perché altrimenti si conferma che siamo vecchi. Io
invece sono giovanotto non rimpiango gli anni passati. Semmai io rispetto la
memoria o perlomeno, rivendico la memoria per giudicare quella. Ribadisco che
il passato non va mitizzato, che anche nel passato c’erano valori e disvalori,
la differenza è che è cambiata la politica, è cambiata la natura del rapporto,
sono finiti i partiti, le grandi ideologie. E’ la naturale evoluzione della
storia e la politica è diventata qualcos’altro, qualcosa di diverso, qualcosa
che si gioca in un terreno nel quale valori e interessi non si capusce bene da
chi siano rappresentati e come. Esempio concreto, non c’è più destra e
sinistra, ma chi lo dice? C’è destra e sinistra che si manifestano in forme
diverse. Non c’è spazio per i partiti, ma il partito  che deriva da parte, se non presente,
rappresenta alcuni valori. Da chi altri vengono rappresentati? Se non da coloro
che manipolano l’opinione pubblica, la stampa, la televisione, i mass media, le
piattaforme”.

Sull’odierna Assemblea regionale per
metà indagata?

“Allora la magistratura non era
particolarmente attenta. Ricordo un Procuratore della Repubblica che stava al
suo posto anni e anni, giocava al Circolo dei civili ed era talmente inserito
in quella società che se gli fosse scoppiata una bomba vicino si sarebbe girato
dall’altra parte. C’era una disattenzione della magistratura a certi fenomeni,
c’era anche una capacità dei partiti di dire non andare oltre certi limiti. Oggi
mondi completamente diversi”.

Una nota di cronaca che le farà
piacere. Stamattina leggevo su un grande quotidiano che organizza viaggi per i
suoi lettori, la descrizione di un tour in Sicilia dove si toccavano Palermo,
Catania, Taormina, Selinunte e Caltabellotta. Ma non Agrigento. Conferma della
nostra difficoltà di raggiungerci?

“Mi riempie di orgoglio questa
notizia. Di Caltabellotta sono stato sindaco per tanti anni. Sta a significare
che scoprire le piccole perle è importante turisticamente, senza nulla voler
togliere ad Agrigento”.

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