Agrigento

Processo “Kerkent”, scintille in udienza: giudici ricusati

L'imputato Francesco Luparello si sente già condannato

Pubblicato 2 anni fa

Processo “Kerkent” (rito ordinario) con sette imputati  (Pasquale Capraro, 28 anni; Angelo Cardella, 48 anni; Francesco Luparello, 46 anni; Saverio Matranga, 42 anni; Gabriele Miccichè, 29 anni; Calogero Trupia, 34 anni e Angelo Iacono Quarantino, 28 anni) gravido di tensione nell’udienza odierna celebrata davanti al Tribunale di Agrigento (presidente Alfonso Malato, a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino) che ha visto l’avvocato Ninni Giardina, difensore dell’imputato Francesco Luparello, 46 anni, di Porto Empedocle, ritenuto associato al clan del boss Antonio Massimino, formalizzare istanza di ricusazione immediatamente dopo il rigetto di una identica istanza riguardante solo il presidente del collegio.

Il presidente Malato, infatti, aveva deciso di non astenersi non ravvisando “apprezzabili ragioni di incompatibilità”, dopo che l’avvocato Giardina aveva evidenziato “il forte pregiudizio nel rigettare ogni istanza di revoca della misura cautelare” del suo assistito che, a sua volta, ha reso dichiarazioni spontanee accusando il Tribunale di volerlo  “devastare psicologicamente negando la libertà con la motivazione che sono pregiudicato ma è una falso dato che sono incensurato e sono stato risarcito. Non sono un avvocato ma nemmeno un menomato”.

La nuova istanza di astensione indirizzata alla Corte di appello riguarda l’intero collegio che viene apertamente accusato “di avere anticipato un giudizio di colpevolezza e di avere trattato l’imputato in modo pregiudizievole”. Parallelamente è stato chiesto di trasmettere gli atti al Ministro della giustizia  ed  alla procura generale della Cassazione titolari delle iniziative disciplinari per le valutazioni del caso.

In udienza, i magistrati hanno assicurato l’imputato che sarà giudicato con serenità. Poi il rinvio al 30 maggio prossimo  per sciogliere la riserva sulla nuova istanza di astensione mentre la Corte d’appello, in autonomia, valuterà il caso.

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