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Selinus, l’accusa al funzionario: assunzione della nipote per chiudere un occhio?

Le accuse contestate al funzionario regionale di Favara

Pubblicato 1 anno fa

Tra le persone coinvolte nell’inchiesta Selinus, l’indagine della procura di Marsala che ipotizza appalti pilotati e corruzione nel parco Archeologico di Selinunte, vi è anche il funzionario Tommaso Sciara, 62 anni di Favara, dipendente dello stesso Ente. I finanzieri del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito a suo carico, su provvedimento disposto dal gip Riccaldo Alcamo, la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per la durata di nove mesi. Le accuse mosse dagli inquirenti, guidati dal procuratore Asaro, sono diverse: alcune ipotesi di abuso d’ufficio, altre di falsità ideologica ma soprattuto corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Quest’ultima indubbiamente la contestazione più grave. 

In particolare, secondo la procura di Marsala, Sciara in qualità di Rup (responsabile unico del procedimento) e dunque di garante della regolare procedura riguardante un appalto, avrebbe disatteso i suoi doveri di ufficio consentendo che ad eseguire i lavori fosse una ditta diversa da quella formalmente incaricata. L’episodio contestato si riferisce all’assunzione di un impegno di spesa di quasi 83 mila euro per lavori di accordo Quadro da svolgere al parco di Selinunte. La ditta che ufficialmente riceve l’affidamento per eseguire i lavori è quella dell’imprenditore Nicolò Castro  ma, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, a svolgerli concretamente è l’azienda di Vito D’Anna, imprenditore di Favara. 

Per i magistrati di Marsala la corruzione del funzionario si sarebbe concretizzata il 12 marzo 2021 quando viene intercettata una conversazione tra gli imprenditori D’Anna e Castro: “Come siamo combinati?” chiede il primo. “Io duemila euro pronti li ho”, risponde il secondo. Due ore più tardi la polizia giudiziaria rileva un versamento contante di 1.500 euro sul conto del funzionario. Ma per gli inquirenti ci sarebbe dell’altro. Qualche giorno più tardi, infatti, uno dei due imprenditori assume nella sua ditta la nipote del dipendente regionale per un mese. Per la procura, grazie a questo contratto, la donna matura un imponibile previdenziale che le avrebbe consentito di percepire l’indennità di maternità dall’Inps. 

Il funzionario Sciara ha comunque sempre respinto l’accusa di aver intascato denaro ammettendo però di aver chiesto il favore di far assumere la nipote. 

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