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Strage di Licata, sabato mattina al via le autopsie sui cinque cadaveri

Le autopsie saranno effettuate all'obitorio dell'ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento

Pubblicato 2 anni fa

Si svolgeranno sabato mattina, all’obitorio dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, le autopsie sulle vittime della strage di Licata di ieri. Sono cinque i morti, quattro le persone uccise da Angelo Tardino e lo stesso assassino, che poi si è suicidato sparandosi alla testa. Autopsie che saranno eseguite dal medico legale Alberto Alongi.

Angelo Tardino, l’uomo di 48 anni, che ieri ha compiuto una strage a Licata , avrebbe sparato al fratello Diego Tardino di 44 anni, prima a distanza e poi da vicino. E’ quanto emerge da un primo esame medico legale sui corpi delle quattro vittime. Oltre al fratello Diego, Angelo Tardino ha ucciso la cognata Alessandra Ballacchino e i nipoti Alessia e Vincenzo, rispettivamente di 15 e 11 anni. Dopo avere sparato al fratello, Angelo Tardino è entrato in casa e ha ucciso la cognata, con almeno quattro proiettili, poi Alessia e Vincenzo, tutti con un colpo alla testa. Il piccolo è stato trovato sotto le coperte. Secondo una prima ricostruzione sembra, dunque, che ieri mattina non ci sia stata una lite ma che Angelo Tardino sia arrivato, poro prima delle sette, con l’intenzione di uccidere il fratello e la sua famiglia.

Angelo Tardino, il possidente di 48 anni di Licata che ieri ha ucciso quattro persone, il fratello, la cognata e i due nipotini, deteneva solo due pistole. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, aggiornando la banca dati sulle autorizzazioni, gli investigatori hanno scoperto che l’assassino tempo fa aveva ceduto un fucile da caccia e un’altra pistola. Ieri mattina, andando dal fratello, si è portato entrambe le pistole. E ha fatto fuoco sui suoi familiari. Sedici colpi, tutti quelli in canna, per uccidere il fratello e la cognata e i nipoti, Alessia di 15 anni e Vincenzo di 11 anni. Poi con un revolver si è sparato in testa. E’ morto dopo alcune ore all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta per le gravi ferite riportate. A questi punto, gli inquirenti non cercheranno altre armi, come fatto per tutta la giornata di ieri. Anche il fratello, come anticipato dall’Adnkronos, aveva in cassaforte una pistola. E una carabina trovata in casa. Anche queste regolarmente detenute.

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