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“Tangenti alla motorizzazione”, indagato 55enne agrigentino 

La posizione dell’agrigentino coinvolto (non raggiunto da alcuna misura e che opera a Cattolica Eraclea) è tra le meno “pesanti”.

Pubblicato 1 anno fa

C’è anche un cinquantacinquenne di Alessandria della Rocca tra i quarantadue indagati nella maxi inchiesta della procura di Palermo su un presunto giro di mazzette alla motorizzazione del capoluogo siciliano. L’operazione, eseguita questa mattina dalla polizia stradale, ha portato all’arresto (tutti ai domiciliari) di 21 persone. 

Numerosi i reati contestati, corruzione, accesso abusivo a sistema informatico o telematico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ben 187 i capi di imputazione. 

La posizione dell’agrigentino coinvolto (non raggiunto da alcuna misura e che opera a Cattolica Eraclea) è tra le meno “pesanti”. Il cinquantacinquenne, in particolare, è accusato (in concorso) di falso ideologico e accesso abusivo al sistema informatico della direzione generale della motorizzazione.

Al centro della vicenda un presunto accordo illecito volto ad ottenere l’irregolare cambio di categoria (da M1 a N1) di un veicolo proveniente dalla Spagna e originariamente immatricolato a Caserta. 

GLI ARRESTATI

Ai domiciliari sono finiti Luigi Costa, 58 anni, di Palermo Giuseppe Palermo, 65 anni, di Misilmeri, Rosario Crapa, 62 anni, di Valledolmo, Giuseppe Gullo, di Palermo 62 anni, Giovanni Genova, 55 anni di Trabia, Alfredo Gioietta, 50 anni di Villafrati, Maurizio Caruso, 57 anni di Palermo, Giuseppe Calabrese, 62 anni di Petralia Soprana, Giovanna Passavia, 52 anni, di Palermo, Maurizio Militello, 42 anni di Palermo, Rosario Rubino, 45 anni di Palermo Paolo Salvia, 47 anni, di Partinico, Francesco Biondo, Giuseppe Biondo, 46 anni di Palermo, Antonio Passavia, 55 anni di Misilmeri, Gerlando Cracolici, 65 anni, di Marineo Ignazio Di Chiara, 58 anni, di Palermo Nadia Abitabile, 51 anni, di Palermo Walter Bacile, 25 anni di Palermo, Salvatore Caravello, 41 anni, di Palermo, Lelio Calabrese, 41 anni, di Lercara Friddi.

MEZZO MILIONE DI EURO IN CONTANTI A CASA DI INDAGATO

A casa del funzionario della Motorizzazione Luigi Costa, arrestato oggi nell’ambito dell’inchiesta su un giro di mazzette, la Polizia ha trovato 590mila euro in contanti. Costa, accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, nel 2013 era stato coinvolto in un’altra indagine e aveva patteggiato la pena di un anno e 3 mesi per falso e, anche allora, per accesso abusivo al sistema informatico. Il funzionario era stato spostato all’assessorato regionali ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla Motorizzazione.

L’INDAGINE

L’indagine ha avuto inizio nel 2020 e ha visto impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Palermo, coordinati dalla procura della Repubblica di Palermo, anche con intercettazioni audio e video. Gli accertamenti hanno consentito di richiedere e ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 8 funzionari della Motorizzazione civile di Palermo e di 13 responsabili di agenzie disbrigo pratiche ricadenti nella provincia di Palermo. L’attivita’ di indagine ha preso le mosse dall’attivita’ di monitoraggio e repressione del fenomeno del riciclaggio di auto e in particolare dall’analisi delle pratiche di nazionalizzazione (immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero) evase dalla Motorizzazione di Palermo. E’ emerso che nel corso degli ultimi anni le nazionalizzazioni effettuate presso l’ufficio della Motorizzazione Civile di Palermo avevano avuto un costante “trend” di crescita, passando dalle 7.740 immatricolazioni del 2016 alle 20.465 del 2019. Il dato che immediatamente veniva fuori era che gli intestatari erano per oltre l’ottanta per cento residenti fuori la Provincia di Palermo e che la quasi totalita’ di tali pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di Agenzie Palermitane, che, di fatto, hanno esercitato una sorta di monopolio del fiorente mercato delle nazionalizzazioni, falsando in tal modo il libero mercato a danno delle altre agenzie concorrenti.

Gli investigatori della Polstrada attraverso la consultazione delle banche dati hanno riscontrato numerose anomalie ed irregolarita’ nella definizione delle pratiche esaminate, non solo relative alle pratiche di nazionalizzazione, ma anche alle pratiche di collaudo, di duplicati di carte di circolazione, di immatricolazione di macchine agricole ed operatrici. Nelle nazionalizzazioni, le pratiche sarebbero state perfezionate senza che la documentazione fosse completa o regolare, i collaudi di tali veicoli, benche’ obbligatori, non sarebbero stati effettuati, i duplicati di carte di circolazione sarebbero stati emessi al fine di modificare i dati dei veicoli, in assenza dei requisiti previsti dalla norma. Di particolare gravita’ erano gli omessi collaudi, in quanto diretti alla verifica della efficienza e regolarita’ dei veicoli, la cui mancata effettuazione ha posto potenzialmente a rischio la sicurezza della circolazione stradale, come per esempio nel caso della mancata revisione degli impianti a gas dei veicoli a motore. Tali irregolarita’ sarebbero state effettuate da 8 funzionari della Motorizzazione della cosi’ detta “area Veicoli”, i quali, in cambio di tali procedure, ritenute dagli investigatori irregolari, avrebbero ricevuto un compenso economico dai titolari di alcune Agenzie di Disbrigo pratiche. E’ cosi’ emersa una diffusa consuetudine che prevedeva la consegna di somme di denaro ai pubblici ufficiali all’interno delle carpette contenenti la documentazione che ciascuna agenzia avrebbe dovuto depositare presso gli uffici della Motorizzazione, al fine di consentirne l’esame al Funzionario preposto. In molti casi le consegne di denaro in favore dei pubblici ufficiali sono state documentate attraverso intercettazioni video. Oltre 60 gli episodi per cui i Pubblici Ufficiali risultano indagati per specifici reati di corruzione in relazione alla trattazione di pratiche riguardanti circa 100 veicoli. Sequestrati anche somme per oltre 35 mila euro.

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