Agrigento

“Tangenti e corruzione alla Rfi”: assolti in appello ex presidente Lo Bosco e due funzionari

La prima sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta dal giudice Pietro Pellegrino, ha assolto perché il fatto non sussiste l’ex presidente di Rete Ferroviaria Italiana Dario Lo Bosco e i due funzionari del Corpo forestale Giuseppe Quattrocchi e Salvatore Marranca dalle accuse di concussione e induzione indebita a promettere utilità. In primo grado […]

Pubblicato 4 anni fa

La prima sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta dal giudice Pietro Pellegrino, ha assolto perché il fatto non sussiste l’ex presidente di Rete Ferroviaria Italiana Dario Lo Bosco e i due funzionari del Corpo forestale Giuseppe Quattrocchi e Salvatore Marranca dalle accuse di concussione e induzione indebita a promettere utilità.

In primo grado i tre erano stati condannati col rito abbreviato, celebrato davanti il Gup del Tribunale di Palermo Wilma Angela Mazzara: 4 anni e 2 mesi a Lo Bosco e 4 anni e 6 mesi nei confronti dei due funzionari. 

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ruota attorno a due distinte vicende che vedono protagonista l’imprenditore agrigentino Massimo Campione: Lo Bosco avrebbe ricevuto – secondo l’accusa –  dall’imprenditore 58.650 euro per spingere Rfi ad acquistare un sensore per il monitoraggio dell’usura delle carrozze ferroviarie affittate a terzi. Quattrocchi e Marranca invece, avrebbero ricevuto complessivamente circa 250mila euro: in cambio avrebbero evitato intoppi nei lavori di ammodernamento della rete di radiocomunicazioni della Forestale che Campione si era aggiudicato, vincendo un appalto di 26 milioni bandito dal Corpo forestale.

Campione, titolare di una società di costruzioni, fu fermato, nel 2015, dalla polizia con una lista di nomi, con accanto delle cifre: una sorta di libro mastro delle tangenti. L’ imprenditore ha collaborato con gli inquirenti e ha chiesto e ottenuto l’affidamento ai servizi sociali per l’estinzione del reato. 

Nel collegio delle difese, tra gli altri, gli avvocati Nino Gaziano, Lo Re e Nino Caleca.

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