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Un anno di Coronavirus: tra sofferenza, speranza e vaccini

Era il 9 marzo 2020 quando l'allora presidente del consiglio Conte dichiarò il lockdown in Italia

Pubblicato 3 anni fa

Toccato, insieme alla cifra di 100 mila morti, un anno di tempo dal dpcm Conte ‘Io resto a casa’ che mise l’Italia di fronte al lockdown come argine al dramma della pandemia, e’ ora il governo Draghi ad apprestarsi a un giro di boa che lascia intravedere nuove misure con una maggiore stretta a livello nazionale, non solo territoriale. L’ipotesi, per esempio, di stringere le maglie nei week end potrebbe arrivare, dicono fonti parlamentari di maggioranza, giusto alla vigila di questo fine settimana. Decisioni che, e’ facile pronosticare, si tengono insieme all’approvigionamento e alla distribuzione dei vaccini, temi discussi ieri dal presidente del Consiglio con i ministri della Salute, Speranza, e degli Affari regionali, Gelmini, insieme al Commissario straordinario per l’emergenza, Figliuolo, e al capo della Protezione civile, Curcio.

Un incontro che era stato preceduto da un altro lungo vertice tra governo e tecnici. E nuovi vertici sono attesi per oggi. Tempo, dunque, di lavoro sul campo ma anche di riflessioni sul cammino fatto e di stimoli per quello che resta da fare. Il presidente del Consiglio ha voluto ieri lanciare un messaggio di fiducia, diffuso in apertura della Conferenza per la Giornata della Donna. “Con i vaccini la via d’uscita non e’ lontana”, ha detto Draghi: “Il nostro compito, e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali, e’ quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al piu’ presto un ritorno alla normalita’. Ogni vita conta. Non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide”, ha aggiunto. “Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni. Il mio pensiero costante e’ diretto a rendere efficace ed efficiente l’azione dell’esecutivo nel tutelare la salute, sostenere chi e’ in difficolta’, favorire la ripresa economica, accelerare le riforme”, ancora le parole di Draghi.

Oggi, invece, sara’ il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a vaccinarsi allo Spallanzani, in base alle tempistiche indicate dalla Regione. Nel suo discorso di fine anno, il Capo dello Stato aveva definito la vaccinazione un dovere annunciando che lo avrebbe assolto “appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. Sabato scorso Mattarella ha visitato il centro vaccinale della Nuvola, a Roma, e ha ringraziato gli operatori sanitari per un impegno essenziale: “Ce la faremo”, ha detto. (AGI)

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