Canicattì

L’Ipab di Canicattì diventa centro Covid: subito 26 posti

Immediatamente disponibili 26 posti che potranno “salire” fino a 80

Pubblicato 3 anni fa

L’Ipab Burgio Corsello di Canicattì diventa un centro Covid che potrà ospitare fino a 40 pazienti. La struttura nel passato era stata utilizzata prima come casa di riposo per anziani e successivamente come centro per immigrati. Immediatamente disponibili 26 posti che potranno “salire” fino a 80. L’Asp di Agrigento ha individuato anche la casa di riposo “Rizzuti Sacro Cuore”  di Caltabellotta come centro Covid.

La struttura, al pari di quelle già attive a Sciacca e Ribera, accoglierà da subito i soggetti asintomatici dimessi dagli ospedali per consentire loro il completamento del periodo di quarantena. L’attivazione del servizio rientra in un piano organico e complessivo di interventi che la direzione strategica ASP sta da tempo ponendo in essere per elevare costantemente i livelli di assistenza e sarà seguito dall’apertura di ulteriori strutture ricettive in provincia.

Il comunicato dell’onorevole Pullara

“E’ notizia di questi giorni che le strutture IPAB “Burgio Corsello” di Canicatti’ e “Rizzuti Sacro Cuore”  di Caltabellotta sono state trasformate in centri Covid. Una decisione che arriva in notevole ritardo rispetto ai tempi dovuti per fronteggiare  l’emergenza Covid. Ritengo che bisognava pensarci molto tempo prima quando è scoppiata la prima ondata dell’epidemia . Io stesso, a fine Marzo scorso, avevo suggerito , con una richiesta scritta al Presidente della Regione Musumeci di utilizzare prioritariamente le IPAB per la quarantena o assistere i pazienti positivi asintomatici in quarantena”.  E in aggiunta eventualmente di procedere anche con quanto proposto dal Governatore Musumeci di destinare le residenze alberghiere isolane ad ospitare i soggetti positivi al Coronavirus . In quell’occasione avevo fatto presente che sarebbe opportuno l’impiego prioritario delle IPAB, soprattutto quelle non più attive. Le IPAB rappresentano una rete di assistenza da valorizzare in questo momento di emergenza e di bisogno di risorse primarie. Le strutture IPAB, inoltre, sono già parzialmente attrezzate sul piano sanitario ovvero attrezzabili in brevissimo tempo, aspetti di non poco conto in questo periodo di carenza di attrezzature,  e insistono sui territori dei comuni in cui è già presente una struttura ospedaliera, consentendo così uno stretto contatto e continuità  con i sanitari ospedalieri, impegnati in prima linea nel contrasto all’epidemia da Covid-19.Nella richiesta avevo altresì sottolineato che le stesse strutture oggi disattivate, con l’auspicio di una più rapida possibile conclusione di questo nefasto periodo, possano con la ricostruzione, ristrutturazione e rifunzionalizzazione che verrà, entrare a far parte del sistema socio- assistenziale sanitario regionale per potere rinascere. Ecco se tutto questo fosse stato fatto a fine Marzo non saremmo arrivati alla situazione attuale. E’ necessario pensare certamente all’oggi, ma con uno sguardo alla programmazione del domani. Diversamente saremo sempre in ritardo. E lo si è stati anche stavolta”

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