Aica a rischio tracollo: tavolo tecnico per salvare l’acqua pubblica
Convocati deputati nazionali e regionali oltre che tutti i sindaci soci: l'obiettivo è anche trovare fondi nella Finanziaria per salvare la cosortile
Una vera e propria “chiamata alle armi”, finalizzata ad affrontare la crisi profondissima in cui si trova la società Aica e soprattutto finalizzata a salvaguardarla da un tracollo che rischia di essere inevitabile anche a causa del maxi debito da parte di Siciliacque che la società idrica agrigentina non è nei fatti nelle condizioni di saldare.
Si terrà il prossimo 10 novembre un tavolo tecnico a cui la consortile ma anche l’Ati idrico ha convocato tutti i deputati regionali e nazionali di Agrigento, ma anche i sindaci soci, il Cartello sociale e il Libero consorzio. Un incontro che segue nei fatti cronologicamente la lettera che lo scorso 14 ottobre la presidente di Aica Danila Nobile aveva inviato al presidente della Regione Renato Schifani con cui si rappesentavano “le gravissime criticità del sistema idrico agrigentino e il rigetto immotivato da parte di Siciliacque della proposta transattiva conforme alla proposta conciliativa del Tribunale di Palermo”. Una proposta transattiva che prevedeva una riduzione economica importante rispetto a quanto vantato dal sovrambito verso la consortile, motivo per cui venne respinta anche se, alla fine, la colpa per alcuni ricadde sulla stampa.
Quattro i temi sul tavolo: “un confronto tecnico-politico sul riequilibrio dei rapporti economici e contrattuali tra Aica e Siciliacque; discutere la programmazione di interventi nella Finanziaria Regionale e Nazionale a sostegno delle infrastrutture idriche agrigentine; definire una strategia comune per la ricostruzione delle reti idriche e la riduzione delle perdite, oggi superiori al 60% e rafforzare il sostegno alla gestione pubblica e partecipata del servizio idrico integrato”.
Ai deputati viene chiesta la presenza ma soprattutto la disponibilità ad impegnarsi non solo “per il superamento dell’attuale emergenza, ma anche per inserire, nell’ambito della prossima Finanziaria Regionale e Nazionale, le misure di sostegno economico e infrastrutturale necessarie al riequilibrio del sistema idrico”.
Forse, viste le inchieste, non il momento migliore.


