Cultura

Grande pubblico per Racconti disumani, Giorgio Pasotti ai giovani: “Siete il pubblico del futuro”

Un caloroso e numeroso pubblico al Palacongressi per assistere allo spettacolo Racconti disumani per la regia di Alessandro Gassmann

Pubblicato 3 mesi fa

“La presenza di tutti questi giovani che riempiono il teatro è una cosa bellissima. È una cosa bellissima perché voi, nonostante parlicchiate un po’ troppo, siete il pubblico del futuro. Per cui a voi bisogna pensare. Non solo noi artisti, ma soprattutto gli organizzatori di queste serate meravigliose: chi ha ancora il coraggio di prendere voi e di portarvi, la sera, con Sanremo, in un teatro. Voi questo non lo sapete, ma quando sarete più grandi le ringrazierete quelle persone che hanno organizzato questa bellissima serata. Spero che le parole di Kafka vi abbiano raggiunto nel modo più diretto possibile. Sono parole che arrivano. Le sentirete vostre magari fra qualche tempo. Ma io sono certo che qualcosa, un seme di conoscenza, di cultura, vi sia rimasto dentro. È questa la cosa importante. È questo il nostro dovere.” Con queste parole l’attore Giorgio Pasotti si è rivolto ieri al numerosissimo e caloroso pubblico del Palacongressi Festival, a conclusione dello spettacolo, “Racconti Disumani”, tratto da Franz Kakfa, per la regia di Alessandro Gassmann.

Uno spettacolo coinvolgente che ha visto una straordinaria interpretazione di Giorgio Pasotti e che ha rapito gli spettatori per oltre un’ora. Uno spettacolo per parlare agli uomini degli uomini. Con “Una relazione per un’Accademia” e “La tana”, due storie di animali, sembrerebbero, una che mette a nudo la superficialità di un modo di essere tramite comportamenti stereotipati e facili, l’altra che racconta quel bisogno di costruirsi il riparo perfetto che ci metta al sicuro dal mondo esterno. “Penso sia il momento giusto per ridare la parola a questo gigante del teatro e della letteratura, proprio oggi, quando molte delle paure da lui raccontate, trovano posto nella realtà che viviamo. Penso che andare in profondità in noi stessi, e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa, possa aiutarci a capire meglio chi è intorno a noi“, scrive nelle sue note Alessandro Gassmann.

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