Cultura

Palaforum Bellavia, due concerti per omaggiare Battisti, Mogol e i Pink Floyd

1 - 20 marzo 2025 Palaforum Bellavia c/o Sport Village

Pubblicato 1 mese fa

Due nuovi appuntamenti arricchiscono il cartellone della stagione invernale al Palaforum Bellavia presso lo Sport Village in contrada Esa Chimento. Dopo i preannunciati eventi che vedranno protagonisti Edoardo Bennato il 23 novembre e Fabio Concato l’11 gennaio, sono stati confermati i concerti “Canto libero” l’1 marzo e “Atom Hearth Mother” il 20 marzo. Il primo sarà un tributo a Luci Battisti e Mogol, il secondo vedrà protagonisti sul palco i Pink Floyd Experience, la tribute band più acclamata al mondo che riproduce alla perfezione i concerti del leggendario gruppo britannico che ha scritto la storia del rock.
I biglietti sono già disponibili in prevendita su Ticketone e anche al botteghino dello Sport Village.
CANTO LIBERO – OMAGGIO A BATTISTI & MOGOL (1 marzo)
Non un semplice concerto ma un grande spettacolo che omaggia il periodo d’oro della storica accoppiata Mogol – Battisti. Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati e già rodati nel corso di lunghe carriere, che portano avanti questo nuovo progetto con grande determinazione: la band propone uno spettacolo che omaggia sì Battisti e Mogol, ma che va ben oltre alla semplice esecuzione di cover dei brani dei classici del repertorio dei due: Canto Libero, infatti, rilegge gli originali mantenendo una certa aderenza ma cercando di non risultare mera copia, mettendoci la propria personalità e sensibilità musicale facendo emergere anche tutta l’anima blues e rock che questo artista aveva molto forte dentro di sé.
In ogni tour si propone uno spettacolo diverso dal precedente ma come sempre studiato nei minimi dettagli, nulla sarà lasciato al caso: arrangiamenti curatissimi, dinamiche, scenografie e videoproiezioni.
Dopo aver riempito piazze e teatri in giro per l’Italia (e anche in Slovenia, Croazia e Montenegro), il primo grande riconoscimento del loro valore artistico arriva a fine 2015 con uno spettacolo sold-out al Teatro Rossetti di Trieste che vede anche la partecipazione straordinaria di Mogol in persona, che dà la benedizione ufficiale al Canto Libero. L’esperienza si ripete ad aprile 2017, quando Mogol torna sul palco con la band nella data udinese per l’ennesimo sold out al Giovanni da Udine, e ad agosto 2017 a Grado, riconfermando un rapporto di stima e collaborazione che si ripeterà più volte in future.
Uno spettacolo con alle spalle già 2 tour teatrali: il primo partito nel dicembre 2016 e concluso nell’aprile 2017 dopo 15 date e 8.000 spettatori in teatri di prestigio come il Del Monaco di Treviso, il Ristori di Verona, l’Archivolto di Genova, il Duse di Bologna; il secondo partito in ottobre 2017 e terminato in aprile 2018 dopo 24 date e 15.000 spettatori presenti passando storici e di primo piano come il Teatro Filarmonico di Verona, il Teatro Toniolo di Mestre, il Teatro Celebrazioni di Bologna, il Teatro Nuovo di Ferrara, il Politeama Genovese di Genova, il Teatro Goldoni di Livorno e tanti altri.
Con la produzione della Good Vibrations Entertainment, Canto Libero nasce da un’idea di Fabio “Red” Rosso, e la direzione di Giovanni Vianelli. La band propone uno spettacolo che omaggia sì Battisti e Mogol, ma che va ben oltre alla semplice esecuzione di cover dei brani dei classici del repertorio dei due: Canto Libero, infatti, rilegge gli originali mantenendo una certa aderenza ma cercando di non risultare mera copia, mettendoci la propria personalità e sensibilità musicale. Spiega il frontman della band: «Dopo aver studiato molto la sua musica, Battisti mi ha sorpreso ancor di più. Secondo me, è stato il più grande artista che abbia mai attraversato il panorama musicale italiano, per quantità e qualità di brani. E poi, io amo anche la sua voce. Quando sono sul palco, ho grande rispetto per quel che faccio, intendo nei suoi confronti, e spero sempre di farlo al meglio. Di certo ci metto tutto me stesso. E spero di trasmetterlo al pubblico. Non si trattava di fare delle belle cover di pezzi che amavamo. È uno spettacolo studiato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso, arrangiamenti curatissimi, dinamiche e scenografie, videoproiezioni. Insomma, ci abbiamo messo il cuore».
Giovanni Vianelli spiega: «Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! (…) Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. (…) Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone».
La voce di Fabio “Red” Rosso, il pianoforte e la direzione musicale di Giovanni Vianelli, le chitarre di Emanuele “Graffo” Grafitti e Luigi Di Campo, Alessandro Sala al basso e alla programmazione computer, la batteria di Jimmy Bolco, le percussioni e la batteria di Marco Vattovani, Luca Piccolo alle tastiere, le splendide voci di Joy Jenkins e Michela Grilli, i video di Francesco Termini e l’eccezionale ingegnere del suono Ricky Carioti (fonico anche di Elisa) rileggono “La canzone del sole”, “Una donna per amico”, “Ancora tu”, “E penso a te”… e gli altri grandi successi di Battisti che hanno fatto e fanno tuttora sognare intere generazioni.
ATOM HEARTH MOTHER – PINK FLOYD EXPERIENCE (20 marzo)
Siamo nel 1970. Dopo l’esperimento UMMAGUMMA, i Pink Floyd stanno cercando nuove, avanguardistiche forme di espressione. I quattro sono venuti in contatto da poco con Ron Geesin, musicista e compositore d’avanguardia scozzese. Geesin lavora con Waters alla colonna sonora MUSIC FOR THE BODY, un documentario sul corpo umano prodotto dalla BBC. E’ il primo lavoro solistico di un membro dei Pink Floyd in cui però, suonano non accreditati anche Wright, Mason e Gilmour. Dalla fine del 1969, i quattro iniziano a lavorare a un nuovo pezzo chiamato “The amazing pudding”. Con questo titolo, il pezzo viene provato dal vivo il 18 gennaio 1970 al Croydon Town Hall di Londra, e qualche giorno dopo, il 23 gennaio 1970, al Theatre Des Champe Elysèes di Parigi. I Floyd pensano di farne una suite sperimentando la fusione con un’orchestra sinfonica e un coro. Geesin viene coinvolto nella fase di ristrutturazione del pezzo originale, negli arrangiamenti e, inizialmente, anche nella direzione dell’orchestra, la Abbey Road Pops Orchestra, venendo poi sostituito dal più esperto John Aldis, responsabile del coro. Le registrazioni avvengono presso i famosi studi della EMI ad Abbey Road sotto la guida del produttore Norman Smith. Peter Brown e Alan Parsons sono i tecnici del suono. La suite viene ribattezzata Atom Heart Mother dal titolo di un articolo di giornale che riportava la notizia di una donna in attesa di un bambino, tenuta in vita da un pace-maker atomico. Il brano viene terminato verso giugno e definitivamente mixato a luglio.
La suite si snoda attraverso straordinarie combinazioni tra musica sinfonica e rock, alternando momenti pervasi da elegantissime melodie ad altri di pura potenza sinfonica o addirittura di rumori disturbanti. Le parti strumentali sono predominanti e gli interventi delle voci hanno una funzione orchestrale; non ci sono liriche: il coro canta espressioni, fonemi senza significato. Atom Heart Mother da il titolo e riempie interamente la prima facciata del 33 giri che esce il 10 ottobre del 1970. Stupisce la semplicità della copertina di Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis: solo una foto di una mucca in primo piano, Lulubelle III, mentre mancano sia il nome del gruppo che il titolo dell’album. Il lavoro, raggiunge il primo posto della classifica Inglese mentre non riesce ad entrare nei primi 50 posti di quella americana, arrivando però con il tempo a vendere milioni di copie in tutto il mondo.
Incentrato sull’esecuzione integrale della celebre suite Atom Heart Mother per coro e orchestra, questo spettacolo può essere definito a tutti gli effetti un vero e proprio “Pink Floyd Show”, in cui la musica immortale dei Floyd viene supportata da un contorno visuale di grandissimo impatto grazie all’utilizzo di retroproiezioni su schermo circolare e laser show.

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