Favara

“Droga e ricatti in comunità a Favara”, due operatori si dimettono: revocata misura

Si dimettono volontariamente facendo così cessare le esigenze cautelari

Pubblicato 2 anni fa

Due operatori della comunità Oasi di Emmanuele di Favara, finita al centro di un’inchiesta che ipotizza un giro di droga e ricatti sessuali, si dimettono volontariamente facendo così cessare le esigenze cautelari. 

Il gip del tribunale di Agrigento,Stefano Zammuto, ha così revocato la misura cautelare del divieto di dimora in provincia nei confronti di Paolo Graccione, 45 anni nato in Germania e Fiorella Bennardo, 43 anni di Favara. I due indagati, nell’interrogatorio di garanzia, avevano respinto le accuse mosse nei loro confronti. In particolare Graccione, consigliere di amministrazione della società, è accusato di aver consentito alcune cessioni di droga all’interno della struttura. 

Sette le misure cautelari eseguite dai carabinieri della tenenza di Favara nei confronti di Chyaru Bennardo, 40 anni di Favara, e Carmelo Cusumano, 52 anni di Favara; Emanuele Luigi Capraro, 24 anni di Agrigento; Gaetano Lombardo, 47 anni di Favara; Paolo Graccione, 45 anni nato in Germania e Fiorella Bennardo, 43 anni di Favara; Giuseppe Papia, 64 anni di Favara. 

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella e dal sostituto Paola Vetro, la comunità Oasi di Emmanuele. La struttura, che sulla carta si sarebbe dovuta occupare del recupero di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza, si è ben presto rivelata una centrale di spaccio. La droga entrava e usciva con facilità e veniva venduta anche ai pazienti. E chi non riusciva a pagarla veniva “invitato” a saldare il debito con prestazioni sessuali. Tra le contestazioni anche un ricatto a sfondo sessuale con la minaccia di diffondere video e immagini compromettenti. Un vero e proprio inferno documentato in quasi un anno e mezzo di indagini. 

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