Favara

Faida Favara-Liegi, il pentito Quaranta entra in scena nel processo a Vardaro

L’ultimo pentito della mafia agrigentina testimonierà il prossimo 26 gennaio collegato da un sito riservato

Pubblicato 1 anno fa

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta entra in scena nel processo scaturito dall’inchiesta Mosaico sulla tristemente nota faida Favara-Liegi. L’ultimo pentito della mafia agrigentina testimonierà il prossimo 26 gennaio, collegato da un sito riservato, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento. 

Sul banco degli imputati, unico tra i coinvolti ad aver scelto il rito ordinario, siede Carmelo Vardaro, 46 anni di Favara, difeso dall’avocato Salvatore Virgone. L’uomo è accusato dell’omicidio di Mario Jakelich e dei tentati omicidi di Maurizio Distefano e Carmelo Nicotra. Questi ultimi si sono costituiti parte civile rappresentati dall’avvocato Salvatore Cusumano.

Giuseppe Quaranta, dunque, sarà uno dei testimoni dell’accusa. Il collaboratore di giustizia ha dato un contributo importante alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento. Diversi gli spunti investigativi forniti, in particolare sulle dinamiche della faida e sui tentati omicidi avvenuti a Favara. Come quello di via Torino quando Carmelo Nicotra scampò ad un attentato a colpi di Kalašnikov. Soltanto in un secondo momento si capì che i bersagli scelti dal commando erano due. 

Ed è proprio in merito a quanto avvenuto quella notte che è stato sentito questa mattina in aula, chiamato a testimoniare dal pm Alessia Sinatra, un luogotenente dei carabinieri. Il militare fu uno dei primi a intervenire sulla scena del crimine e repertare ogive e proiettili rinvenuti. Sul banco dei testimoni è poi comparsa la vedova Ferraro che però si è avvalsa della facoltà di non rispondere. 

Lo stralcio abbreviato del processo, celebrato davanti il gup Nicola Aiello, si è concluso in primo grado con la condanna all’ergastolo per Antonio e Calogero Belalvia; 14 anni a Calogero Ferraro; 5 anni e 4 mesi a Carmelo Nicotra; 6 anni di reclusione a Gerlando Russotto; 2 anni e 4 mesi all’imprenditore Salvatore Vitello. L’unico assolto, per non aver commesso il fatto, è stato Calogero Gastoni, 41 anni di Agrigento. Quest’ultimo era accusato dell’omicidio di Emanuele Ferraro. Per tutti loro (tranne Gastoni per il quale la Procura Generale non ha presentato ricorso) a breve si aprirà il processo di Appello. 

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