Favara

Omicidio Lupo, carabinieri ricostruiscono in aula l’esecuzione nel bar 

Tre carabinieri testimoniano nel processo a carico dell’ex suocero

Pubblicato 3 anni fa

È ripreso ieri mattina il processo a carico di Giuseppe Barba, 66 anni di Favara, accusato dell’omicidio dell’ex genero Salvatore Lupo, ucciso a colpi di pistola nel giorno di ferragosto. Lupo era un imprenditore attivo nell’assistenza ai disabili nonché ex presidente del consiglio comunale di Favara.

In aula, davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, sono comparsi tre militari dell’Arma dei Carabinieri che si sono occupati delle indagini. Rispondendo alle domande delle parti hanno ricostruito i momenti salienti di quella che è stata una vera e propria esecuzione. “Il primo colpo ha raggiunto Lupo alla spalla, un secondo e un terzo sono stati esplosi alla testa” ha raccontato il primo teste. Altri due carabinieri hanno invece ricostruito gli spostamenti di Lupo in quel giorno: “Abbiamo visto dalle telecamere la fiat Panda dell’uomo seguire i movimenti di Lupo fino a quando non è entrato nel bar dove poi è stato ucciso”.

La Procura contesta all’imputato, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. Contestato anche il porto in luogo pubblico di un’arma da sparo e la detenzione illegale della stessa all’interno della propria abitazione. Alla base del delitto,secondo gli inquirenti, motivi economici legati al patrimonio e anche la separazione con la moglie nonché figlia di Giuseppe Barba.

A tradire il presunto omicida immagini di un video, estratto dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza, che immortala la sua Fiat Panda mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV novembre, dove, in un bar, è stato commesso l’omicidio dell’imprenditore che gestiva una serie di comunità per disabili e operava nel settore dell’edilizia. Proprio su quell’auto, grazie all’esame dello Stub, sono state trovate – sul volante in particolar modo – tracce di polvere da sparo che avrebbero confermato i sospetti dei carabinieri tanto da fare scattare il fermo della Procura.

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