Giudiziaria

Agrigento: Ordine cancella dall’Albo gli avvocati Porcello ed Arnone

Un atto amministrativo dovuto che riguarda la tenuta dell'Albo

Pubblicato 4 anni fa

Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento, presieduto da Vincenza Gaziano, ha deliberato la cancellazione (per due vicende diverse) dall’albo professionale di due iscritti: si tratta dell’avvocato Angela Porcello e dell’avvocato Giuseppe Arnone. I provvedimenti – come specifica l’Ordine – rappresentano un atto amministrativo dovuto, impugnabile entro sessanta giorni dalla notifica, e che fa riferimento esclusivamente alla tenuta dell’Albo professionale.

Angela Porcello, 50 anni, è stata fermata nelle scorse settimane nell’ambito della maxi inchiesta Xidy sul mandamento mafioso di Canicattì. Il legale, il cui fermo è stato convalidato e che si trova attualmente in carcere, è accusata di associazione mafiosa. In particolare le si contesta di avere gestito affari e soldi delle famiglie del mandamento insieme al compagno, l’imprenditore Giancarlo Buggea, gia’ condannato a 8 anni per mafia nell’inchiesta “Ghost”. Porcello, in particolare, avrebbe strumentalizzato il suo ruolo di avvocato per veicolare informazioni, messaggi e pizzini dal carcere da parte del boss Giuseppe Falsone, suo cliente, recluso dal 2010 al 41 bis. Il suo studio legale sarebbe stato scelto come quartier generale delle famiglie mafiose dove si organizzavano summit e si riunivano affiliati e boss per discutere di strategie.

Analogo e speculare provvedimento di cancellazione è stato adottato anche nei confronti di Giuseppe Arnone, attualmente sospeso anche dall’esercizio della professione e recentemente condannato in via definitiva per complessivi dieci mesi di carcere (due distinti processi). Anche per Arnone la cancellazione è avvenuta in seguito al venire meno dei requisiti, come conseguenza di misura cautelare. Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento, ha confermato a Grandangolo l’adozione dei due severi provvedimenti specificando che si tratta un atto amministrativo dovuto, impugnabile entro 60 giorni dalla notifica che è cosa ben diversa dall’iniziativa disciplinare ma inerisce la tenuta dell’albo. Venti giorni fa Giuseppe Arnone è stato condannato anche in appello a dieci mesi e 25 giorni di reclusione per aver diffamato il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il giornalista Lelio Castaldo

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