Barista di Palma di Montechiaro ucciso in Germania, si scava nel passato della vittima
La vittima nel 2012 era stata condannata a 6 anni di reclusione per droga e armi: proseguono le indagini
Dissanguamento combinato ad asfissia a seguito di diverse coltellate. È stata eseguita nelle scorse ore l’autopsia sul cadavere di Pino Sambito, barista cinquantasettenne di Palma di Montechiaro, ucciso lunedì pomeriggio all’interno del Cafè Roma a Ludwigshafen, cittadina tedesca non molto distante da Mannheim. L’esame autoptico ha dunque rivelato l’esatta causa della morte fissando così un primo importante punto nella delicata inchiesta sull’omicidio.
Gli investigatori tedeschi proseguono le indagini nel più fitto riserbo e i colleghi agrigentini guardano con attenzione i possibili sviluppi. Un delitto ancora tutto da decifrare. Per questo la magistratura tedesca, con l’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Frankenthal Hubert Ströber, sta scavando nel passato della vittima per avere un quadro più ampio. Sambito si era trasferito da alcuni anni in Germania dove aveva aperto il Cafè Roma. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, il bar non era più operativo dal periodo della pandemia ma – qualche volta – si vedevano alcune persone e qualche moto parcheggiata all’esterno.
Sambito, come riferito dalla Procura, era un soggetto noto alle forze dell’ordine. Nel 2012 era stato condannato dal tribunale distrettuale di Heidelberg a 6 anni di reclusione per un ingente traffico di droga e anche per il porto illegale di una pistola semiautomatica con relativo munizionamento. Tutti elementi adesso al vaglio degli investigatori che stanno indagando su più piste comprese il traffico di droga o la criminalità organizzata. Soltanto ipotesi, al momento. Sambito è stato accoltellato più volte nella giornata lunedì all’interno del suo bar. A notare il corpo agonizzante da una vetrata è stata una donna che, passando da quelle parti intorno le cinque di pomeriggio, ha subito chiamato i soccorsi. Il palmese è deceduto poco dopo in ospedale. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver notato un trentenne, forse siciliano, sulla scena del crimine: carnagione scura, labbra carnose. Non è stato rivelato, per una precisa strategia investigativa, se l’arma del delitto è stata rinvenuta o meno.